Il giorno dopo quel fatto straordinario il Pievano si sentì in dovere di recarsi subito a Chioggia per presentare alla Curia il caso. Narrò dettagliatamente quanto il giovane Natalino Scarpa gli aveva riferito, sottolineando che quel ragazzo era "putto semplice", di buone qualità, pio e degno di fede. Il Vescovo Giovanni Soffietti, avvertito
della relazione del Pievano, il giorno stesso mandò a chiamare Natalino,
il quale si presentò alla Curia il giorno dopo, giovedì 6 agosto. Il
ragazzo apparve ai curiali con un aspetto piuttosto malinconico: la faccia
era pallida, olivastra, i capelli tagliati: tutto compreso dell'importanza
e della gravità del momento. Fece il giuramento che gli veniva richiesto
ponendo la mano sul Vangelo, ben sapendo che avrebbe dovuto dire la verità
da lui conosciuta. E iniziò la sua narrazione, precisa e puntuale. Il Senato ordinò che fossero celebrate delle messe come aveva chiesto la misteriosa Signora. Inoltre, chiese che il Podestà si facesse
interprete presso la Curia perché fosse avviato un regolare processo
canonico, teso ad appurare la verità dei fatti. La richiesta del Senato,
firmata dal Doge, è datata 8 agosto. L'entusiasmo del Senato erano
cresciuti ancor di più al sopraggiungere, nei giorni successivi, delle
positive notizie sulla conclusione del conflitto con i Turchi, sconfitti
nei due fronti di terra e di mare dai Veneziani e dagli alleati. |