Apparizione
di Saronno
BEATA VERGINE DEI MIRACOLI
1460 circa
Saronno (VA) |
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Il
Santuario tra storia ed attualità
Il borgo di Saronno a metà
del 1400 aveva poco più di mille abitanti, in gran parte contadini, però
qui fioriva anche una notevole attività artigianale: la tessitura, la
filatura dei bozzoli del baco da seta, la lavorazione delle armi. Celebri
erano gli "armaioli de' Seroni" soprattutto per le armature. Il borgo
godeva di una relativa tranquillità e prosperità anche per il suo mercato,
per i commercianti che vendevano tessuti e armi sino in Germania. Saronno
fu sempre legata alle sorti di Milano. Ludovico Maria Sforza detto il Moro
veniva di frequente a Saronno per le sue partite di caccia in compagnia di
nobili milanesi e di Cecilia Gallerani. A questa giovane donna il Moro
donò, il 18 maggio 1491, il feudo di Saronno. La dama con l'ermellino
divenne così contessa di Saronno. In precedenza, Saronno fu luogo
prediletto dai Visconti, che vi costruirono una fortezza, poi distrutta e
alcuni importanti palazzi, come quello di Matteo II che venne ad abitarvi
dopo la spartizione del ducato e qui vi morì nel 1355, si dice avvelenato
dal fratello Bernabò, che a sua volta subì la stessa sorte per mano di
Gian Galeazzo.
Il
primo Miracolo
Il Santuario di Saronno
sorge a seguito della guarigione miracolosa di un giovane del borgo di
nome Pietro Morandi detto "Pedretto", che soffriva da parecchi anni di una
grave forma di sciatica che lo immobilizzava sul suo pagliericcio non
consentendogli di camminare. Siamo negli anni attorno al 1460 e non oltre
il 1462. All'incrocio tra la strada Varesina, chiamata, allora, strada di
Lugano perché quivi giungeva la strada che da Monza, attraversando
Saronno, portava e porta verso il Ticino per raggiungere il Piemonte, vi
era una piccola cappella, una piccola edicola, con una statua della
Madonna con in braccio il Bambino Gesù; una statua di terracotta datata
nella seconda metà del trecento. Davanti a questa capelletta, in una
fredda notte d'inverno, "in una invernata", così sta scritto, avvenne il
miracolo. Il povero Pedretto era costretto a letto da circa sei anni
quando una notte, mentre si tormenta dal dolore spasimando, la sua
cameretta si illumina di un improvviso fulgore, dentro il quale appare una
bellissima Donna che per tre volte gli dice:
"Pietro, se brami
guarire, va' alla cappella di strada Varesina, edifica un tempio là
dove sorge il simulacro della Madonna, i mezzi non mancheranno
giammai..." |
Chiamati i suoi, manifestò
loro il proposito di recarsi alla cappella, mentre un vigore improvviso
gli si diffuse per tutta la persona. Giunto sul luogo indicatogli dalla
Signora il Pedretto cominciò a pregare e poi, sopraffatto dalla
stanchezza, si addormentò. Quando si svegliò era ormai l'alba e si si
trovò completamente guarito. Riconoscente alla Madonna, si dette da fare
per esaudire il desiderio di Maria: la costruzione del Santuario fu
terminata nel 1511. I documenti dell'archivio storico ci dicono che molte
altre guarigioni seguirono alla prima.
La
costruzione del Santuario |
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I saronnesi vollero rendere
grazie alla Madonna e, dopo la costruzione di alcune chiesette, andate
presto in rovina, soprattutto perché l'afflusso dei devoti di Saronno e
dei pellegrini, che giungeva da tutto il contado, era in continuo
crescendo, l'8 maggio 1498 iniziarono i lavori di costruzione della prima
parte dell'attuale basilica, quella orientale. Il Campanile del Santuario
di Saronno è risultato uno dei più belli e più antichi della Lombardia.
L'afflusso dei fedeli e dei
pellegrini era ormai così alto da non consentire a tutti di entrare in
chiesa durante le funzioni religiose. Ciò è documentato dalle numerose
richieste di autorizzazione a celebrare all'aperto inoltrate alla Curia
arcivescovile di Milano. Sappiamo che il Concilio di Trento aveva proibito
la celebrazione della Messa al di fuori della chiesa, per celebrare
all'aperto occorreva la dispensa. Così gli amministratori del Santuario
(sei deputati, eletti dalla popolazione saronnese) decisero di ampliare la
chiesa, allungandola. Tra il 1560 e il 1578, in due periodi successivi, la
chiesa venne allungata con cinque campate su tre navate. Dopo 168 anni
dalla fondazione la costruzione, l'abbellimento e la decorazione del
Santuario erano finalmente terminati. I saronnesi avevano fatto costruire
una chiesa che destava l'ammirazione di tutti.
Il Santuario di Saronno alla fine del 1600 possedeva terreni per 3.000
pertiche milanesi e 14 case. E tutto questo sino all'arrivo in Italia di
Napoleone e la costituzione della Repubblica Cisalpina, quando vennero
incamerati i beni degli enti ecclesiastici, e tra questi anche quelli del
Santuario. A questa rapina, si aggiunga, nel 1817, l'abolizione dei
deputati da parte del governo austriaco del Lombardo Veneto; la lenta
ripresa si ebbe solo agli inizi del XX° secolo.
I
Miracolo della Madonna
Anzitutto è bene
sottolineare che la guarigione del giovane Pedretto non è frutto di una
invenzione o di una leggenda, è provato da un documento ufficiale della
Chiesa: il "Processo informativo canonico sull'origine del Santuario di
S.Maria de Miracoli di Saronno". Processo voluto da S.Carlo Borromeo,
allora arcivescovo di Milano che, in ottemperanza alle disposizioni del
Concilio di Trento, volle testimonianze e verifiche che dimostrassero,
senza alcun dubbio, l'origine miracolosa dell'evento straordinario da cui
ebbe origine il Santuario. In quel secolo era forte l'irrisione degli
eretici per ogni evento soprannaturale attribuito alla Madonna e ai santi.
Il processo canonico si tenne a Saronno il 6 aprile 1578 e vennero
raccolte le deposizioni giurate dei testimoni, come si legge nel documento
redatto al termine del processo. Il processo venne istruito perché i primi
documenti sull'origine del Santuario erano andato perduti. A Saronno dal
23 agosto 1576 al 23 marzo 1577 infierì la peste, che causò tanti morti
tra i cittadini. Durante questa infausta evenienza, i monatti, entrati in
casa Visconti, dove vi era un appestato, bruciarono suppellettili e
incartamenti. Tra questi anche la raccolta fatta da Gio Batta Visconti
comprendente molti documenti riguardanti i primi anni di vita del
Santuario. Per fortuna non tutto andò perduto, perché gran parte delle
carte si trovavano presso la sala del capitolo dei deputati.
Da alcuni passi delle
deposizioni dei testimoni possiamo leggere:
"Et
così essendo divulgato questo miracolo d'intorno i popoli cominciorno
a concorrere alla divozione".
Sono i primi pellegrini che, nella
seconda metà del 1400, venivano a venerare la Beata Vergine e a
chiederle le grazie e a vedere il miracolato. |
Si legge ancora:
"Questa benedetta Madonna ha fatto et continua a fare delli miracoli,
et ci sono stati portati di gran voti, come tavolette, scanse et
simili, per gratie che là ha fatto". |
A dimostrare la continuità
dei Miracoli il primo storico del santuario, Luigi Sampietro, accenna alle
tavole e ai voti antichi di grande valore che ornavano di gloria l'altare
di Nostra Signora, senza indicare il tempo e le persone che ottennero le
grazie.
Ecco
alcuni miracoli avvenuti lungo i secoli.
Cristoforo Brasca, colpito
da tempo da paralisi nelle gambe, invano ricorse ai mezzi suggeriti dalla
scienza. Ma, con fervida fede invocata la grazia dalla Madonna di strada
Varesina, il 12 marzo 1533 guari per miracolo.
In S.Maria al Pasquirolo di Rho, nel convento degli Agostiniani, frate
Daniele da Nudoli, infetto alla gola, restò impossibilitato di proferire
parola e di prendere cibo. Dichiarato inguaribile dai medici, implorò la
Vergine dei Miracoli di Saronno, ed in tre giorni rimase completamente
risanato. Il 27 marzo 1536 scioglieva il suo voto.
Nei vigneti dei conti Pirro e Vitaliano Visconti Borromeo di Lainate, i
bruchi infestavano le viti e ne consumavano perfino i tralci: a scampare
al flagello, i Visconti Borromeo ricorsero alla Nostra Signora facendo
voto di offrire ogni anno due brente di vino bianco. Fatto il voto, i
bruchi scomparvero il 17 giugno 1575. Ma l'erede Fabio dimenticò
l'esecuzione del voto ed il vigneto venne di nuovo infestato dai bruchi.
Allora anch'egli rinnovò il voto, e cessò l'infestazione. Grato alla
Vergine, si recò in Santuario con l'offerta, seguendo la processione ed
assistendo alla S.Messa di ringraziamento celebrata solennemente dal
curato di Lainate. Nel 1610 Giambattista Visconti, notaio di Saronno,
delirava per la febbre acutissima. I medici disperavano della sua
guarigione. Ma il Visconti si rivolse a Maria con grande fede, e
d'improvviso guari e Le offerse un bel voto. Nel 1630, Giampietro Terruzzi,
corriere del re cattolico per lo Stato di Milano, dimorando a Madrid per
affari, si ammalò con pericolo di morte. Invocando l'aiuto della Madonna
di Saronno, guarì perfettamente. Nell'anno seguente, Michelangelo
Prevosti, doratore della navata maggiore del Santuario, con altri artisti
eseguiva i lavori sull'impalcatura. Quando scoppia un temporale e la
folgore gli guizza dinanzi strappandogli di mano gli arnesi. Fu un momento
di terrore per lui e per gli altri; ma la Vergine invocata li lasciò tutti
incolumi. G.Battista Maestri di Saronno, anno 1633, si infermò a morte per
un'ulcera maligna. Nella festa dell'Assunta il Maestri si raccolse in
profonda preghiera e nello stesso giorno il tumore scomparve. Fabrizio
Pallavicini della Valtellina, diretto a Milano, giunto a Saronno (anno
1634) si ammalò gravemente. Fece ricorso alla Madonna, e guarì
miracolosamente. In segno di riconoscenza Le offri un voto e si accostò ai
Sacramenti all'altare della Vergine. In una notte del 1635, G.Battista
Terragni da Mariano, prestinaio in Saronno, d'improvviso venne assalito da
un sicario, che gli scaricò sul petto tre colpi d'archibugiata. Alla
scarica fatale il Terragni implorò il patrocinio della Madonna, verso la
quale nutriva una grande devozione. Le palle gli forarono la giubba e la
camicia senza punto ferirlo. Sull'alba del mattino si prostrò riconoscente
all'altare della Vergine e Le offri una tavoletta d'argento. Angelo
Chiodi, da molti anni era infestato dagli spiriti maligni. Nel 1644 si
fece esorcizzare da un religioso dell'Ordine di S.Agostino. Il Padre
agostiniano comandò al demonio in virtù della Madonna dei Miracoli di
Saronno di uscire dall'ossesso e lo spirito maligno lo lasciò libero. Nel
1650 Bernardo Soldani, prevosto di Gerenzano, colpito da febbre maligna e
spedito dai medici, si preparava alla morte. Un cappellano del Santuario
lo consiglia di ricorrere con fiducia alla Beata Vergine. Il Soldani
accetta il consiglio con grande fede, e la febbre scompare.
Nicolò Pessina, napoletano,
soldato in Como, nel 1656 per la febbre ossea gli si rattrappirono la
gambe tanto da non poter più camminare. Una notte, tormentato da atroci
dolori, fu ricreato dalla Vergine apparsagli che gli disse:
"Se vuoi guarire ricorri con fiducia alla Madonna
di Saronno".
Il Pessina con fervida fede
a Lei si rivolge e ottiene la guarigione. A ricordo del miracolo portò le
sue grucce all'altare della Madonna e fece giurata deposizione dinanzi ai
testimoni. Erasmo Caimi, Prevosto di S.Maria della Scala di Milano, il 22
febbraio 1662, da Milano passava per Saronno in pariglia diretto a Turate,
quando i destrieri s'impennarono e, liberi dalle briglie, si danno a
precipitoso cammino. Il Caimi nell'imminente pericolo di essere travolto
dalla vettura, si raccomanda l'anima a Dio e con fervida supplica invoca
la Madonna di Saronno, il cui tempio scorgeva da lontano. D'un tratto i
cavalli si arrestarono ed Erasmo si porta al tempio per far celebrare la
Messa solenne di ringraziamento.
Una tavoletta rievocava, un
tempo, il ricordo del fulmine scoppiato il 29 luglio 1715, che,
percorrendo la tribuna e l'atrio dell'altare maggiore, strisciò intorno ai
fedeli genuflessi, mandando scintille di fuoco. In tanto spavento i devoti
invocarono la Madonna e il fulmine scomparve senza lesione di alcuno.
Frate Francesco Cavagna, dei Conventuali, residente in S.Francesco di
Saronno, sale sul campanile l'8 settembre del 1723. Raggiunto il primo
piano, si sfasciano le tavole e precipita a capofitto. Più morto che vivo
viene trasportato al Convento. Si dispera di salvarlo; ma frate Francesco
si raccomanda alla Beata Vergine e in breve ricupera perfetto vigore.
Un Sacerdote venne colpito da morbo fatale che lo minacciava della vita.
Fiducioso implorò la guarigione e la Madonna lo esaudì. La tavoletta della
grazia ricevuta segnava il 10 ottobre 1741. Nel 1748 un saronnese venne
travolto dalle acque del torrente Lura con pericolo di annegarsi. Invocata
la Vergine, restò incolume.
E non si finirebbe più, se
si volesse anche solo accennare alle grazie ed ai prodigi che la Madonna
dei Miracoli ha operato. Quello che s'è scritto è solo qualche fiore del
vastissimo giardino.
Non va passato però sotto
silenzio il fatto seguente che è degno di essere tramandato alla grata
memoria dei posteri. La cronaca dell'epoca, con la penna di D.Edoardo
Benetti, lo narrò cosi:
"Correvano le ardenti giornate della Liberazione in quell'aprile
1945... D'un tratto la nostra Cittadina fu scossa da una sparatoria
improvvisa e uomini d'arme passavano per le vie invitando i cittadini
a ritirarsi nelle case. "I tedeschi!" si gridava, "I tedeschi! Una
colonna vagante sta per entrare in città!". |
Il Prevosto Mons.Antonio
Benetti era già accorso là donde provenivano gli spari: dal settore del
Santuario. Aveva con sé l'Olio Santo... Non si sa mai! Giunse cosi al
posto di blocco tenuto dai "rossi" (e proprio da un Comandante Rossi) a
cinquanta metri dal Santuario, all'imbocco della strada per Uboldo. Che
cos'era accaduto? Qualche cosa di strano certamente, spiegava il
Comandante, ancora tutto emozionato... Avvistata una Colonna motorizzata
che avanzava sparando a tutto spiano, il Comandante - come era suo dovere
- aveva ordinato il fuoco dalle due mitragliatrici di lato... Ma queste -
provate egregiamente cinque minuti prima - si rifiutavano di sparare,
inceppandosi a un tempo ambedue, come inchiodate da una forza arcana... La
temuta e creduta colonna nemica altro non era che una Colonna di "azzurri"
di Legnano, venuta in visita amichevole, e che sparava a salve in segno di
giubilo, come aveva precedentemente mandato ad avvertire da una staffetta.
Ma la staffetta aveva perso la strada!... Tutti vi riconobbero un tratto
di particolare assistenza della cara Madonna, che a pochi metri di
distanza dal suo bel Santuario, aveva voluto evitare un terribile fatto di
sangue.
Celebrazioni ed eventi
Nella storia del Santuario
vi sono state parecchie occasioni che hanno richiamato grandi folle di
pellegrini. Ne ricordiamo solo tre per brevità.
La prima si ebbe come conseguenza della peste che infierì
tra il 1576 e il 1577, detta anche peste di S.Carlo. Il morbo era giunto a
Saronno da Milano e colpì pesantemente tutta la zona. Del borgo morirono
307 persone, un numero molto elevato corrispondente a un sesto della
popolazione. I saronnesi si rivolsero alla loro Madonna, perché facesse
cessare il flagello e il 23 marzo 1577 si riunirono i capi famiglia nella
chiesa parrocchiale e fecero voto solenne e perpetuo di digiunare la
vigilia della festa dell'Annunciazione (25 marzo) e, il giorno della
festa, di recarsi processionalmente al Santuario
"con le pute vergini et ogni una con una candela in mano come al suo
comodo et offrirgli alla Madonna de miracoli et il curato habbi a
raccompagnare detta processione et dire la S. Messa". Così si
legge nella cronaca dell'epoca: "E perché il voto
fosse perpetuo fu rogato un istrumento notarile da notaio Batta Pusterla
di Tradate". Da quel giorno la peste cessò. Nei paesi vicini si
sparse la notizia del voto e la cessazione del morbo. Corsero allora a
frotte gli abitanti dei centri abitati vicini e anche abbastanza lontani
con processioni penitenziali per implorare la grazia anche per i loro
paesi e ad offrire la cera. Il voto fatto fu sempre rispettato dai
saronnesi nei secoli, e ancora oggi viene celebrata la Festa del Voto, non
più con la solenne processione e a partire dagli anni cinquanta, con una
Messa solenne concelebrata dal prevosto e dai parroci della città. Il
concorso di fedeli è sempre molto elevato, che non offrono più la cera, un
tempo bene prezioso, ma fanno offerte tante e generose.
Un'altra grande manifestazione religiosa, che interessò
l'intera diocesi ambrosiana, fu quella della traslazione del simulacro
della Vergine dalla cappella del primo miracolo all'interno del Santuario,
il 10 settembre 1581. Traslazione voluta e officiata da S.Carlo Borromeo.
La cappelletta era stata abbellita con un piccolo altare e contornata da
un portico. San Carlo volle che la statua miracolosa troneggiasse
sull'altare maggiore del Santuario. Per l'occasione il santo arcivescovo
chiese ed ottenne dal papa Gregorio XIII l'indulgenza plenaria per tutti i
fedeli che avessero pregato, in quel giorno, in Santuario. Il 6 settembre
indirizzò a tutta la diocesi una lettera pastorale precisando i motivi
dell'evento straordinario: spingere ad una maggior devozione mariana,
lucrare la indulgenza plenaria, rendere l'onore dovuto alle immagini
sacre, in particolare a quella della Madonna di Saronno. Fece affiggere un
manifesto in tutta la diocesi. Invitò tutta diocesi a partecipare alla
solenne cerimonia. ecco un brano, molto significativo della lettera
pastorale: "Et acciochè questa solenne
translatione riesca con maggior divotione, ricordiamo che i popoli
venghino processionalmente, et che ciascuno Vicario Foraneo, et Curati
procurino che dette processioni si faccino da popoli secondo i nostri
ricordi, cioè con ogni studio di divotione et pietà, con modestia
christiana, con prece, et orationi sante, et con distintione degli uomini,
et donne". L'afflusso dei pellegrini e dei devoti fu enorme.
Leggiamo nella cronaca della giornata:"... la
dominica con numero infinito di tutte le parti et stato non solo (il
ducato di Milano) ma di quello di fori dello stato ancora, che in questo
borgo non vi era luogo per alloggiarli come ancho di capirli, nonostando
le provvisione incredibile di cibarie fate, oltra l'infinità di
maleficiati (ammalati) che vi
concorsero per l'intercessione della Beata Vergine Maria et presentia del
Santo furono liberati".
La processione fu oltremodo solenne e attraversò le vie del borgo e
S.Carlo "seguitando sempre esso Santo detta processione pontificalmente
vestito con una mano sulla bara" (il carro a quattro ruote su cui
troneggiava la statua della Beata Vergine), carro tirato da sei cavalli
bianchi. Scrivono ancora i cronisti che il santo arcivescovo era
"circondato et quasi assediato d'immemorabile popolo che non si poteva la
processione continuare." Fu evento memorabile nella storia del Santuario.
La spinta di riforma dei costumi venuta a seguito del Concilio di Trento
e, per nostra diocesi, dall'opera di S. Carlo Borromeo prima e del card.
Federico Borromeo poi, ha portato anche al Santuario di Saronno un fervore
spirituale di grande importanza, che ha segnato profondamente la sua vita
anche nei secoli futuri.
Nel 1652, Luigi Sanpietro, che per trent'anni fu prefetto
del Santuario, ci ha lasciato scritto che i saronnesi si recavano al
Santuario per ben quindici volte in processione. Queste iniziavano il 25
marzo per la festa del voto, si susseguivano sino all'8 di settembre,
festa della Natività di Maria SS. Le processioni solenni venivano fatte
nelle festività della Madonna, mentre le altre processioni o erano
organizzate dalle varie confraternite o in anniversari particolari, come
ad esempio il giorno di S.Vittore con la processione nella campagne che si
concludeva al Santuario. Tra queste la più suggestiva era certo quella che
si svolgeva la notte del Giovedì Santo.
PREGHIERA alla Madonna dei Miracoli per domandare una grazia
Vergine Augustissima, meritatamente
invocata la Madonna dei Miracoli per gli innumerevoli prodigi che Voi
operaste in questi luoghi, prescelti da Voi a vostra dimora, dove da
secoli manifestate la potenza dei vostro braccio, la bontà tenerissima
dei vostro Cuore materno, eccovi supplici i vostri figli che invocano
il vostro soccorso. Oppressi da necessità, angustie, dolori,
dispiaceri della vita, a chi dobbiamo ricorrere, se non a Voi che
siete la Consolatrice degli afflitti, l'aiuto potente dei Cristiani?
Vi muovano a pietà, o Madre amantissima, le nostre sventure, le nostre
lacrime. Se i mali presenti sono la conseguenza delle nostre gravi
colpe, o Madre di Misericordia, Rifugio dei peccatori, placate la
giustizia divina, otteneteci la conversione, il perdono, la pace e la
benedizione dei nostro buon Dio. Per l'amore di quel celeste Bambino,
che sì devotamente stringete al vostro seno, per cui siete la Madre di
Dio e Madre nostra, non ci negate le grazie che vi domandiamo, non ci
lasciate partire inesauditi, ma accogliete i nostri ardenti voti,
mentre noi vi promettiamo, o Vergine clemente, riconoscenza,
devozione, fedeltà a Voi, e al vostro Divin Figlio Gesù. Così sia.
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PREGHIERA ALLA BEATA VERGINE DEI MIRACOLI
di Paolo VI
O Maria
tu fai parte essenziale importantissima,
dolcissima del mistero della salvezza.
Da te noi abbiamo ricevuto Gesù.
Per essere cristiani imitatori di Cristo dobbiamo guardare a te o
Maria.
Tu sei la figura più perfetta della somiglianza a Cristo.
Tu sei l'immagine che meglio di ogni altra rispecchia il Signore.
Come è bello avere te, o Maria!
Avere la tua immagine, il tuo ricordo,
la tua dolcezza, la tua umiltà, la tua purezza,
la tua grandezza davanti a noi,
che vogliamo camminare dietro i passi del Signore!
Tu sei la nostra protezione, la nostra alleata.
Tu sei la fiducia dei poveri, degli umili, dei sofferenti.
Tu sei perfino il rifugio dei peccatori.
Tu hai una missione di bontà di intercessione per tutti.
Tu ci insegni a essere buoni, a essere forti, a essere pietosi con
tutti.
Noi non dimenticheremo mai di guardare a Te
come alla nostra massima protettrice. |
Diocesi di Milano
PARROCCHIA - SANTUARIO
BEATA VERGINE DEI MIRACOLI
Basilica Romana Minore - Chiesa penitenziale
Piazza Santuario, 1 - Saronno (VA)
Tel. 02.960.30.27 - Fax 02.960.50.89 |
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