Apparizione di Aviano
- Costa di Marsure -
Pordenone -
8 Settembre 1510
Madonna del Monte |
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AVIANO e la sua storia
Il toponimo risiede nella radice prediale del nome e risale all'epoca
della penetrazione romana, in questa parte superiore dell' "Agro
concordiese" da cui "AVIDIUS-AVILIUS".
Gli stanziamenti in questa plaga della pedemontana, datano per altro in
epoca preromana con la ipotizzata esistenza di castellieri collocabili
sull'altura dove si situerà poi Castel d'Aviano e sul colle di Marsure,
ascrivibili alle popolazioni celto-gallo-carniche, con intersezioni, in
questo confine con il trevigiano, di provenienza veneto-aetestina.
L'assetto dell'avianese si incentra sul "castelliere" di Castello,
divenuto poi, con una torre, sede di giurisdizione e sorveglianza
scopertamente romana, e che poi si articolerà in "castellum castrum"
all'atto della costituzione dello stato patriarcale aquilejese attorno al
Mille e quale conseguenza di necessità militare e difesa, dopo le
ferocissime invasioni degli Ungari (seconda metà del X sec.). Accanto al
castello v'erano "comunitates rurales" che pure si autodifendevano
e che si costruirono delle loro proprie fortificazioni contadine
articolate sulle due "cortinecente" di Marsure (cortina di sopra e cortina
di sotto) e su quella di Giais, eretta a poca distanza dalla parrocchiale
e che conserva ancora l'abside della chiesuola e la torricella dal
portaletto goticheggiante a difesa dell'accesso (nei pressi vi è ancora
presente il toponimo "Cortina di Giais"); così pure fu a S. Martino
di Campagna; anche lì vi fu una centa.
Il punto più caratterizzante in quest'epoca resta sempre Castel d'Aviano
quale sede del maniero, ancor oggi imponente nei suoi resti, e quale sede
nella giurisdizione feudale. Il punto munito di Aviano fu concesso nel
1161 dall'Imperatore Federico Barbarossa al vescovo di Belluno, ma in
seguito appare quale saldo possesso del patriarca di Aquileja. Il maniero
avianese fu costruito dalla comunità di Aviano, ma a guarnirlo vi furono
insediati soldati che con l'andare del tempo presero la forma di "nobiles
habitatores". Mediante una specie di consorzio aristocratico, per un
istituto feudale detto "feudo d'abitanza", presidiarono ed
abitarono il fortilizio.
Una difformità di natura religiosa caratterizzò pure l'avianese, che non
dipendeva dal vescovo di Concordia - ma sin al 1818 - era amministrato
direttamente dal patriarcato friulano, e poi dal vescovo di Udine. Dopo al
1818 pervenne ai vescovi Concordiesi. Anche S.Martino di Campagna era
pertinenza religiosa, non del vescovo concordiese, bensì dell'abbazia di
Summaga. Attorno al castello si stabilì una comunità distinta dal
castello, detta "CERCHA", e per questa ragione vi eran due voci
rappresentanti Aviano al parlamento friulano di Udine, una riservata ai
"nobiles habitatores" e l'altra alla comunità. Il contesto
amministrativo di Aviano al cadere della serenissima era più ampio di
quello moderno, in quanto oltreché l'attuale comprendeva anche Grizzo, S.
Leonardo e Malnisio.
All'inizio della dominazione veneta (1419) il castello di Aviano fu quasi
distrutto e la giurisdizione venne ad essere unita a quella di Sacile; nel
1431, per altro, gli avianesi riottennero da Venezia la loro indipendenza,
accollandosi la spesa per il riatto militare del maniero. Castel d'Aviano
conobbe molti signori come: di Maniaco, di Polcenigo, de Rubeis ed altri.
L'avianese ebbe molto a soffrire durante l'invasione dei Turchi (1477 e
1499). S.Martino e Marsure furono incendiate e distrutte e molti de
suoi abitanti furono uccisi o presi prigionieri. Nel 1462 la giurisdizione
di Aviano fu data da Venezia al condottiero Cristoforo da Tolentino, poi
alla famiglia patrizia veneziana dei Gabrielli. Per un breve periodo
durante l'effimera dominazione imperialasburgica del XVI sec., Aviano fu
anche infeudata alla nobile famiglia pordenonese degli Spelladi, ma poco
dopo ne vennero estromessi dalla Serenissima, ed il territorio tornò ai
Gabrielli.
Dopo Venezia vennero i francesi, e di poi l'Austria sino al 1866. Il regno
d'Italia si concluse nel 1946 ed oggi Aviano fa parte della regione
autonoma Friuli Venezia Giulia. Tra gli edifici religiosi, armonioso nelle
sue linee classicheggianti è il santuario di Madonna del Monte che
commemora visivamente l'apparizione della Beata Vergine a un contadino del
luogo, tale Antonio Zampara, l'8 Settembre 1510.
Aviano, oltre che per la sua strutturazione artigiano-agricola è nota
anche per la prima storica scuola di aviazione in Italia. Oggi il
vastissimo campo di aviazione intitolato "Pagliano e Gori" ospita una
delle più importanti basi militari NATO.USAF esistenti in Europa.
Il Santuario della Madonna del Monte |
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Per la sua collocazione dovrebbe essere
il santuario diocesano per eccellenza: posto a metà costa, domina buona
parte della pianura, ed è visibile da Pordenone e dai tanti paesi che
stanno fra le colline e la zona delle risorgive. La sua cupola argentea
nelle giornate di sole sembra un faro incastonato nella montagna.
Da Madonna del Monte, sopra Costa, in
parrocchia di Marsure di Aviano, la Vergine Maria abbraccia con lo sguardo
i figli che come gli Israeliti stanno combattendo la quotidiana battaglia
della fedeltà e della testimonianza, con esiti incerti ed alterni, ed
hanno estremo bisogno dell'aiuto che viene dall'alto. "Alzo gli occhi
verso i monti, da dove mi verrà l'aiuto; il nostro aiuto viene dal Signore
che ha fatto cielo e terra".
L'origine del luogo sacro si perde nei
secoli; si parla di una cappella sul monte di Costa esistente già nella
prima metà del Quattrocento. Poi ci sarebbe stata la svolta, con
l'apparizione della Vergine ad un contadino della zona, un certo Antonio
Zampara, un pio contadino di 79 anni, l'8 settembre 1510.
Egli, dopo aver recitato le quotidiane
orazioni presso un capitello sulla costa del monte di Aviano, udì una voce
che dolcemente gli diceva:
"Dove vuoi andare tu uomo dabbene?". |
Scosso, rispose che voleva andare da un
amico a chiedergli di venire ad arargli la terra.
La voce gli rispose:
"Verrà volentieri".
Dopodiché, alzando gli occhi, l'uomo vide Maria, vestita di bianco, che
gli disse:
"Orsù Antonio, sollevati pure e non temere. Da te io voglio,
che alla tua casa ritornato, intimi rigorosi digiuno di tre sabati
successivi in Mio onore; voglio quindi che per nove giorni interi a tutti
d'intorno annunzi l'istessa opera di pietà e di penitenza, onde il
Figliuol Mio Divino si plachi per li tanti peccati che in questi tempi
oltraggiano la Divina Maestà. Voglio infine che a quanti tel chiederanno
rechi notizia di ciò che ora ti accade ed ora Io ti dico, esortando ed
intimando che in questo luogo stesso, ove mi vedi, sia la Mia Immagine
onorata con tempio e con altare a me consacrati". |
Ai timori ed ai dubbi dell'anziano, la
Madonna replicò:
"Tutti crederanno li miei devoti, e li fedeli servi del
Mio Divin Figliuolo. Ma perché a te e a tutti credibile riesca questa Mia
apparizione e questo Mio comando, tu avrai un contrassegno benché
più meraviglioso del sole, che a te, e a quanti questa sera
l'osserveranno, vermiglio comparirà e tutto di sangue cosparso e
macchiato". |
E così avvenne.
In seguito venne costruito un Santuario
sul luogo dell'apparizione.
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