Chiesa inferiore di S.Francesco -  Leonessa (RI)  La Confraternita dei Bianchi

Assisi, Vallo di Nera, Terni, Rieti e Leonessa sono alcune delle tappe del lungo itinerario percorso oltre seicento anni fa da migliaia di uomini e donne facenti parte della Confraternita dei Bianchi Battuti, comunemente detti Bianchi, un movimento religioso che nel 1399 percorse l’Italia da nord a sud al grido di "Pace e misericordia".

Ma chi erano e come nacquero i Bianchi? Sul finire del 1300 l’Europa e l’Italia vissero un periodo particolarmente tormentato sia per le numerose guerre fra stati e staterelli sia per le lotte all’interno della Chiesa che videro contemporaneamente sulla cattedra di Pietro due papi: lo spagnolo Pietro de Luna, che prese il nome di Benedetto XIII (1394-1423), eletto ad Avignone alla morte dell’antipapa Clemente VII, e il napoletano Pietro Tomacelli eletto a Roma col nome di Bonifacio IX (1389 – 1404).

Secondo una leggenda, all’origine del movimento, che si vuole nato in Provenza, sarebbero alcune apparizioni miracolose avvenute in diverse parti d’Europa allo scopo di riportare la pace negli animi.

La prima data certa della nascita dei Bianchi è il 5 marzo del 1399. In quel giorno a Chieri (Torino) uomini e donne coperti di bianche tuniche, la testa nascosta da un cappuccio che aveva solo due fori per gli occhi, sul capo e sul petto una croce rossa e con i fianchi serrati da corde scesero in piazza pregando e flagellandosi a sangue chiedendo perdono dei peccati. Ben presto questo nucleo iniziale fece proseliti espandendosi per le città. Dopo aver toccato Alessandria i penitenti il 7 luglio raggiungono Genova. L’arcivescovo della città Fieschi, benché vecchio e malato, segue su un cavallo con la gualdrappa bianca, la processione dei Bianchi che stimano i cronisti dell’epoca in 30 mila. Da Genova il movimento si divide in due tronconi principali. Uno punta su Venezia guidato dal beato Giovanni Dominici, l’altro discende lungo il Tirreno. L’8 agosto i Bianchi sono a Lucca ed il 13 a Pistoia e via via scendono fino in Umbria. Altre correnti raggiungono il 9 agosto Bergamo, poi Milano quindi Ferrara, dove alla testa della processione dei Bianchi si pone il marchese Nicolò d’Este,  quindi Rimini che vede la partecipazione di Carlo Malatesta e Carlo Gonzaga.

I Bianchi "rastrellano" l’Italia; sono segnalati anche a Napoli, in Calabria e in Puglia. Il 6 settembre partono in 10 mila da Orvieto (Terni); il 7 un’altra colonna parte da Sutri (Viterbo) al seguito della croce portata dal conte Nicolò dell’Anguillara ed entrano in Roma cantando la lauda "Misericordia, eterno Dio".

Papa Bonifacio IX sulle prime un po’ dubbioso e poi resosi conto dell’autenticità della pietà che animava i pellegrini partecipò con principi e cardinali alle processioni promulgando inoltre il "perdono di colpa e di pena" a chiunque avesse fatto penitenza per nove giorni ed indicendo l’Anno Santo del 1400. 

Ma la peste era in agguato. Essa aveva fatto la prima timida apparizione a Genova e poi a Venezia nel 1397 e nel 1399, portata evidentemente anche dai Bianchi, si diffuse con virulenza in tutta l’Italia centrale.

Scrive un cronista dell’epoca:

"Ora sappi che la morìa per tutto questo paese è sì grandissima, per le città castella e ville, che non ci rimaneva persona; cascano le persone ritte in terra morte; serransi le case e le botteghe; rimangono le persone morte e inferme; non si trova chi li aiuti, chi fugge qua e chi là, è il maggior stupore mai si vedesse, non c’è rimedio niuno, i giovani, i fanciulli, vecchi e d’ogni generazione gente; Cristo ci aiuti".

Nel breve volgere di poco più di un anno la Confraternita dei Bianchi come rapidamente era nata altrettanto rapidamente si estinse.

Fonte: Accademia Properziana del Subasio - Assisi -

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