Maria Santissima della Catena

Aci Catena (CT)

Agosto del 1392

Particolare della statua della Madonna della Catena senza gli ori (Agosto 2003)

Aci Catena

Aci Catena, adagiata nella vallata del fiume Aci, a 170 mt. di altitudine, ha una superficie di 8,45 Kmq. ed una popolazione di circa 26.000 abitanti, raggruppati nei centri abitati di Aci Catena, Aci S. Filippo, Aci S. Lucia, S. Nicolò, Vampolieri, S. Anna. Il toponimo del Comune, che si è costituito nel 1826, deriva dal culto a Maria SS. della Catena, alla quale è intitolata la Chiesa Madre, esistente dal XVI sec., con una duplice festa che si celebra l'11 Gennaio e il 15 Agosto di ogni anno.

La storia di Aci Catena è molto ricca. Originariamente il territorio del Comune aveva tanti nomi quanti sono gli attuali rioni, borgate e contrade: Reitana, S.Venera al Pozzo, Nizzeti, Mangano, Nova, Cubisia, Pezzagni, S.Filippo, S.Nicolò, Scarpi, Catena, Finocchiari, Ragiti, Cantarelli. Questi nuclei esistevano fin dal IX secolo, tranne i rioni di Scarpi, Ragiti (l'attuale S.Giacomo), Cantarelli (l'attuale Consolazione) e Finocchiari che sono tutti cognomi di famiglie patrizie che risalgono ad una data immediatamente posteriore al 1169.

Il nome Aci Catena risale al particolare culto verso la Madonna della Catena.

La storia del culto della Madonna

Nell'agosto del 1392 a Palermo, regnando Martino I d'Aragona, tre poveri palermitani, vittime innocenti di un madornale errore giudiziario, venivano condotti dalle guardie ad essere impiccati in piazza della Marina. Quando erano quasi arrivati, si levò improvvisamente un forte temporale. Non potendo proseguire, dovettero cercare un riparo e lo trovarono nella chiesa di S.Maria della Catena, detta così dalla catena che chiudeva il vecchio porto di Palermo al fine di impedire le incursioni dei pirati saraceni.
I tre prigionieri rivolsero fervorose preghiere alla Madonna affinché li soccorresse, essendo innocenti.

Sotto gli occhi attoniti delle guardie avvenne il miracolo. Si sentì la voce dolcissima della Madonna che diceva:

"..Andate, non abbiate più timore....".

Nello stesso istante le catene che li tenevano avvinti caddero a terra, spezzate da una forza potente e misteriosa. In tutta la Sicilia si sparse la notizia di tale miracoloso evento e subito ebbe inizio un nuovo culto mariano, quello della "Madonna della Catena".

Icona di Maria SS.ma della Catena del XVI sec. che si venera nella chiesa Maria SS.ma della Catena.

Nel territorio dell'acese, nella contrada anticamente chiamata "delli Scarpi", fin dal XV sec. sorse un altarino raffigurante la Madonna della Catena, cioè della Madonna liberatrice e giustiziera, consolatrice degli affanni dei fedeli che a Lei si rivolgono fiduciosi. Dove sorse quell'altarino venne eretta la Chiesa che fu distrutta dal terremoto dell'11 gennaio 1693; miracolosamente allora rimase in piedi soltanto il coretto della Madonna. Appunto per questo da più di trecento anni la data dell'11 gennaio ogni anno viene ricordata in Aci Catena dal popolo devoto con una particolare cerimonia di Ringraziamento alla Madonna che " CI SALVO' ", secondo la felice espressione del Vescovo Mons.Salvatore Bella, già insigne Prevosto di Aci Catena, le cui spoglie mortali riposano a fianco della Cappella della Madonna.

Nel 1672 si stabilirono nella Città i Principi Riggio di Campofranco e Campofiorito, i quali, nonostante esercitassero una dominazione di tipo feudale, diedero lustro e splendore alla Città con la loro munificenza.
Nel 1747 il Principe Luigi il Reggio, ritiratosi dall'attività politica, si stabilì nella Cittadina dove fece costruire il suo sontuoso palazzo, detto comunemente "Il Palazzo del Principe", i cui resti assai fatiscenti, quali il famoso Arco, si ammirano a fianco della Chiesa Madre.

Palazzo del Principe Anni 20 e sullo  sfondo la cupola della matrice di Acicatena

Le attuali parrocchie del Comune di Aci Catena sono sei: S.Filippo d'Agira, la più antica Chiesa di tutto il territorio acese sul cui frontone si legge "Totius Acis Mater et Caput", sede di insigne antica collegiata; S. Maria della Catena, Santuario Diocesano dal 1954, sede di collegiata; S.Lucia, sede di antica collegiata;S.Giacomo; S.Maria della Consolazione; S.Nicola.
Numerose sono tutte le attuali Chiese di Aci Catena, esattamente 21: S.Venera al Pozzo tra i ruderi romani, S.Nicola, Eremo S.Anna, S.Filippo d'Agira, S.Giuseppe in Aci, S.Filippo, Finocchiari, S.Giuseppe Centro, S.Elena e Costantino detta dei "Morti", Santuario Matrice Maria SS.della Catena, Badia, SS.Sacramento, Indirizzo, S.Lucia, Madonna della Sanità, S.Maria delle Grazie, S.Giuseppe in S.Lucia, S.Giacomo, S.Barbara, S.Maria del Sangue, S.Maria della Consolazione, S.Antonio di Padova detta del Convento.

La Città di Aci Catena è entrata pure nel folklore siciliano per via di un tremendo disastro che nel '700 si abbatté su di essa. Nella notte del 4 Settembre 1761 una spaventosa alluvione causò molti danni.
Come se non bastassero i 50 morti e le gravi distruzioni, il principe Reggio che risiedeva nella Città vi chiamò come Commissario il Marchese Tommaso Chacon (in dialetto Giacona), che con la sua arbitraria amministrazione provocò ulteriori guasti, volendo creare un nuovo letto al pericoloso torrente, per cui spese l'enorme somma di 278 onze: onde il popolo catenoto commentò tristemente "La povira cità di la Catina parti la sfici Diu, parti Giacona !".

Il doloroso motto divenne popolare in tutta la Sicilia e Giuseppe Pitrè lo riportò nella sua raccolta di "Proverbi siciliani".