Non è facile per la maggioranza dei cristiani capire la distinzione tra gerarchia, pastori, sacerdoti diocesani, religiosi, monaci... “In fin dei conti si tratta di preti e monache”. Ma non è così. La Chiesa presenta in se stessa una grande molteplicità e diversità, come multiforme e complessa è la vita degli uomini e delle donne: non vi è espressione o attività umana in cui Dio non voglia essere presente come pienezza di vita e fermento di salvezza. San Paolo lo spiegava con chiarezza e plasticità: “Il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra... mani…, piedi…, occhi…, cuore… ogni membro ha una sua propria funzione, ma tutti sono a servizio dell’insieme” (1Cor12,1-31). Lo stesso succede nella Chiesa, Corpo di Cristo. Le diverse vocazioni sono i doni con cui Cristo arricchisce la Chiesa. Così essa si mantiene giovane e può offrire la salvezza a uomini e donne di ogni luogo, condizione, epoca o cultura. I carismi – così si chiamano queste vocazioni, o doni dello Spirito – sono sempre al servizio dell’unità della Chiesa e del bene comune. È san Paolo che dice: “Vi è diversità di doni, ma un medesimo Spirito. Vi è diversità di funzioni, ma un medesimo Signore” (1Cor12,4-6). E cita alcuni di questi carismi, i più importanti: apostoli, profeti, maestri. Alcuni hanno il compito di predicare, altri il dono di compiere miracoli, di curare infermità, di dirigere la comunità, di parlare lingue diverse... Dio continua ancora ad arricchire la Chiesa con i carismi. Ha suscitato uomini e donne che hanno seguito il Cristo con radicalità e con uno stile di vita obbediente, povera e casta. Si tratta di persone con una sensibilità particolare che hanno colto i bisogni via via emergenti dell’umanità e con grande audacia hanno cercato le migliori soluzioni. La testimonianza della loro vita, la chiarezza degli obiettivi, la bontà della causa e la tenacia nel difenderla hanno motivato presso altre persone gli stessi ideali. Questa è stata l’origine di ordini, congregazioni, istituti e, oggi, movimenti. Uomini e donne suscitati dallo Spirito Santo per dar vita a famiglie religiose con stili di vita profetici e presenze capaci di rendere visibile ed efficace l’amore di Dio per il mondo. Sono i Fondatori. Dopo le persecuzioni, quando il cristianesimo, ormai religione di Stato, subisce una caduta di tensione e di radicalità, sorgono gli eremiti, i cenobiti, i monaci e le grandi Regole di san Pacomio, san Benedetto, sant’Agostino. Più tardi san Domenico di Guzmàn, che fonda l’Ordine domenicano la cui missione è predicare il Vangelo. Quando, in pieno Medioevo, l’umanità si sente afflitta da innumerevoli mali e persino la gerarchia della Chiesa pare lasciarsi tentare dalle vanità terrene, ecco san Francesco di Assisi che sposa “madonna povertà” e presenta agli uomini del suo tempo, e di tutti i tempi, un Cristo che salva per e con amore, pieno di compassione per chi soffre e di stupefatta ammirazione per il creato: l’acqua, le piante, le stelle, il fuoco, gli animali, la terra e perfino la morte, chiamata sorprendentemente “sorella”, lodano l’Onnipotente. È l’uomo della “perfetta letizia”, giacché la povertà, la sofferenza e la morte l’avvicinavano al Bene definitivo. Quando la Riforma Protestante strazia la Chiesa e questa vede interi popoli allontanarsi dalla casa materna, Dio suscita Ignazio di Loyola, che fonda la Compagnia di Gesù, i gesuiti, un “corpo specializzato” che, agli ordini del Papa, ha difeso la Chiesa e la dottrina cattolica; protagonisti di innumerevoli gesta a favore della giustizia, della libertà e della verità. Molti sono i fondatori e le fondatrici, di congregazioni maschili e femminili. San Giovanni di Dio dà origine ai Fatebenefratelli per gli ammalati e i bisognosi; san Vincenzo de’ Paoli ai Preti della Missione e alle Figlie della Carità; san Marcellino Champagnat ai Maristi e san Giovanni Battista de la Salle ai Fratelli delle Scuole Cristiane per l’apostolato nelle scuole. Quando comincia la rivoluzione industriale e ondate di giovani giungono ai sobborghi delle città, con il pericolo di venire scandalosamente sfruttati, san Giovanni Bosco con le sue scuole professionali, prepara i giovani a essere “onesti cittadini e buoni cristiani”. In pieno secolo XX, Madre Teresa di Calcutta fonda le Missionarie della Carità come risposta alle nuove e molteplici povertà della società moderna. Indubbiamente i carismi dei fondatori rappresentano uno dei “volti” più belli che la Chiesa può offrire al mondo, e i religiosi/e, seguaci radicali del Vangelo, sono come un “corpo di rapido intervento” per rendere presente la sollecitudine materna della Chiesa tra i più emarginati. Oggi come ieri la vita religiosa deve affrontare e accettare la sfida a essere esperienza e testimonianza di Dio, segno e sacramento del suo amore in un mondo laicizzato e materialista. Come diceva Giovanni Paolo II, la vita religiosa non ha solo un passato glorioso da raccontare, ma anche un futuro da continuare a costruire, insieme a tutti gli uomini e donne della terra. Per questo basta che i religiosi e le religiose siano uomini e donne pieni di passione per Dio e di compassione per l’umanità. di Pascual Chávez Villanueva, Rettore Maggiore dei Salesiani di Don Bosco dal Bollettino Salesiano del luglio-agosto 2005 |