Cina mariana I Santuari mariani sono l’altro volto della Cina, un Paese che sembra voler fare a meno della religione, ma dove cresce ogni giorno di più nel popolo il bisogno di Dio. "Benvenuti a Pudong!", recita un messaggio sul cartello luminoso. Intorno, una superba architettura di vetro e acciaio, elegante e fredda, che costituisce il cuore, e anche il simbolo, della nuova Shangai, quella su cui il Governo cinese ha puntato tutte le sue carte per costruire la Cina del XXI° secolo. Case lussuose, uffici e appartamenti per i nuovi ricchi, cresciuti come funghi a Pudong, il quartiere più "in" di Shangai, pieno di insegne fosforescenti e di Centri commerciali, ma senza templi né chiese. Abbattuti, distrutti. Del resto, quello di radere al suolo i luoghi di culto è un vezzo abbastanza diffuso in Cina. Ed è prassi consueta soprattutto nella nuova Cina proiettata verso il futuro, un gigante dai piedi di argilla che però fa tanta paura a noi Paesi occidentali, specialmente sul fronte dell’economia di mercato. Soltanto a poche decine di chilometri da questa "giungla" di vetro e acciaio, che è la nuova zona di Pudong, sorge un Santuario cattolico, intitolato alla "Regina della Cina". È un Santuario importante, legato alla storia della fede dei Cattolici cinesi, testimone delle loro sofferenze e delle loro tenaci speranze, tutte deposte ai piedi della Vergine di Sheshan.
"Nostra Signora della Cina" Fondato nell’Ottocento e costruito nella forma attuale nei primi decenni del Novecento, il Santuario di Sheshan è dedicato a "Maria, Aiuto dei Cristiani". Posto sulla sommità di una collina, nella piatta campagna a Est di Shanghai, il complesso è considerato un Santuario nazionale, che ospita ogni giorno centinaia di visitatori e pellegrini. Anche qui però è intervenuta la zelante mano imprenditoriale del Governo che ha creato, di fianco al Santuario e all’Osservatorio astronomico, un parco-giochi e un giardino. La visita di tutto il complesso costa 30 yuan. Il posto è comunque bellissimo, circondato da una boscaglia di bambù, abeti e alberi profumati. Un luogo dove si respirano pace e silenzio che fanno tanto bene al cuore: tutto quello che la nuova Shanghai, così luccicante e sottilmente disperata, non riesce ad avere. La foresta di bambù con i suoi suggestivi sentieri tortuosi e i ruscelli sono il luogo ideale per comunicare con Dio e la Madre Celeste.
Al principio, nell’anno 1866, la Chiesa di Shanghai aveva costruito un padiglione esagonale con all’interno un altare e una statua della Madonna. Ma cinque anni dopo, i Padri Gesuiti eressero una vera e propria Chiesa in cima alla montagna, dedicata a Maria Ausiliatrice, che venne inaugurata nel 1873. Successivamente i Vescovi della Cina consacrarono la Nazione alla Madonna, nel 1924, andando in pellegrinaggio a Sheshan. I lavori della Basilica iniziarono l’anno seguente e durarono la bellezza di dieci anni; ma alla fine questa bellissima Chiesa è stata la prima Basilica di tutto l’Estremo Oriente ed è diventata la meta preferita dei pellegrini cinesi. Sheshan, con i suoi "nove picchi al di sopra delle nuvole", è situato a circa 35 km da Shanghai e, secondo una leggenda molto diffusa, fu un eremita che secoli fa viveva sulla cima della montagna a darle il suo nome attuale. I pellegrini vi giungono ogni giorno per fare la Via Crucis, pregare la Madonna, partecipare alla Messa, domandare grazie. Per la festa del 24 Maggio [di Maria Ausiliatrice], ogni anno arrivano fedeli da tutta la Cina, e perfino da Hong Kong, Taiwan e Macao. Nel Giugno del 1989 anche Papa Giovanni Paolo II è venuto a inginocchiarsi davanti alla Vergine di Sheshan, pregandola affinché proteggesse sotto il suo Manto "l’amato popolo cinese". Tutto ciò sta anche ad indicare la grande importanza di tale Santuario, che rappresenta il simbolo del rinnovamento cristiano in Cina. Martirio e fede marianaÈ dagli anni Cinquanta che in Cina il Governo permette la libertà di culto; ma soltanto sotto la supervisione dell’Associazione patriottica, i cui Segretari, atei, controllano che la Chiesa sia obbediente al Partito Comunista. L’ideale dell’Associazione patriottica è sempre stato quello di far nascere nel Celeste Impero una Chiesa indipendente dal Papa. Per questo, da allora si è creata in Cina una Chiesa "sotterranea", che rifiuta il controllo del Governo. Dall’altra parte c’è la Chiesa ufficiale, "patriottica", che pur di sopravvivere ha accettato, o fatto finta di accettare, i pochi spazi di libertà concessi. Infatti, più dell’80% dei Vescovi nominati da Pechino in questi anni hanno chiesto in segreto il riconoscimento e la riconciliazione con la Santa Sede, e ciò ha reso ancor più spietato il controllo su di essa da parte del Governo comunista. La Cina appare così come un luogo di opposte contraddizioni: da una parte essa si proclama una Nazione comunista, dall’altra il mercato e l’efficienza economica la fanno da padroni. Il Governo proclama la libertà religiosa, ma poi perseguita i fedeli. Chiese e templi sono concessi solo per riti pubblici controllati, ma per la maggior parte del tempo i luoghi sacri devono soprattutto fornire introiti come monumenti, occasioni commerciali per turisti di passaggio.
La modernizzazione, condotta in Cina a tappe forzate, sembra voler fare a meno di elementi religiosi; eppure nella stragrande maggioranza della popolazione cresce sempre di più il bisogno di Dio. Le due Chiese, quella patriottica e quella sotterranea, amministrano qualcosa come 150.000 Battesimi ad adulti ogni anno. In Cina vivono attualmente all’incirca 13 milioni di Cattolici, che rappresentano solo l’uno per cento del totale degli abitanti [un miliardo e trecento milioni]. L’Hebei, la provincia attorno a Pechino, è la zona con la massima concentrazione di credenti: sono oltre un milione e mezzo. La Chiesa cattolica in Cina è perfettamente cosciente della sua piccolezza e conosce le sfide e le difficoltà dell’evangelizzazione, ma non ha paura, perché fra le sue sorgenti di forza e di coraggio c’è la grande fiducia dei Cattolici cinesi in Maria. La Santa Vergine, che – non dimentichiamolo – è donna del Continente asiatico, è la "Stella dell’evangelizzazione" anche di questo immenso Continente, dove lei pure ha vissuto la sua vita terrena. I Cattolici cinesi, in particolar modo, la sentono a essi straordinariamente vicina, proprio come una Madre, e durante il mese di Maggio, a lei tradizionalmente dedicato, a decine di migliaia navigano nei canali con i loro "sampan" o salgono in cima alle montagne per andare a pregare nei Santuari intitolati alla Madre del Cielo. Immagine della Madre di Dio, "Regina del mondo", che si venera nella Cattedrale di Pechino.Madre e Protettrice Sono diversi, infatti, i Santuari mariani presenti su tutto il territorio cinese. Il più antico, in assoluto, è il Santuario di "Nostra Signora della Gioia", che sorge sulle montagne a Nord di Guiyang, capitale della provincia del Guizhou (Cina Sud-occidentale). Si pensa che abbia almeno 200 anni. Distrutto durante la rivoluzione culturale, da quando è stato riaperto nel 1980, attrae moltissimi devoti. Quello più nuovo, invece, costruito soltanto nel 1993, è in cima alla montagna del villaggio di Longtian, vicino alla città di Fuzhou, provincia del Fujian. È dedicato a "Nostra Signora del Rosario". Una statua di Maria, dono dell’Italia, si erge in mezzo al Padiglione in stile cinese, meta di ritiro di sacerdoti e pellegrini. E poi c’è il famosissimo Santuario di Dong Lu, che al pari di quello di Shesan, è straordinariamente amato dai fedeli cinesi. Dal 1926 vi sorge un Santuario nazionale dedicato a "Nostra Signora della Cina". La chiesa contiene una grande e splendida immagine della Vergine col Bambino in braccio, entrambi vestiti in abiti imperiali. Il Santuario di Dong Lu è stato istituito dai Vescovi della Cina dopo il Sinodo di Shanghai [14 Maggio - 12 Giugno 1924]. Nel 1932 Pio XI ha approvato Dong Lu come luogo di pellegrinaggio: per questo legame con la decisione papale, i Cattolici cinesi hanno sempre vissuto il pellegrinaggio a Dong Lu anche come espressione di fedeltà alla Santa Sede.
Dong Lu è a circa 40 km da Baoding, nella provincia dell’Hebei, ed è una delle roccaforti della Chiesa cattolica sotterranea cinese. Va da sé che il Governo non abbia mai visto di buon occhio i Pellegrinaggi a Dong Lu e abbia cercato sempre in mille modi, nel corso degli anni, di scoraggiarli. L’Ufficio di Pubblica Sicurezza, che è l’Agenzia incaricata di sorvegliare la Comunità cattolica sotterranea, periodicamente dà un "giro di vite" per impedire a chiunque di andare in pellegrinaggio a Dong Lu. Ma con scarso successo. Infatti, ogni anno, nel mese di Maggio, senza curarsi dei divieti, decine di migliaia di pellegrini salgono sulla montagna in silenzio o recitando il Rosario e cantando inni di lode alla loro celeste Madre e Protettrice. "Per me, cinese, contemplare Maria è come stare davanti a un dipinto", ha detto Suor Maria Ko, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nella bella relazione presentata al 1° Forum Internazionale di Mariologia (2001). "Un dipinto cinese – ha spiegato – ha queste caratteristiche inconfondibili: poche pennellate, molto spazio bianco, colori tenui, contorni non totalmente definiti, soggetti semplici e senza pretesa, atmosfera di sacro silenzio. Tutto è denso di significato, tutto invita a trascendere, a lanciarsi verso l’infinito, a spiare il mistero, a dilatarsi nel bello, a fare esperienza del Cielo". "Sono certa – ha concluso Suor Ko – che Maria, nata e vissuta in terra asiatica, comprende le aspirazioni più profonde di salvezza dei popoli dell’Asia. Ora, assunta nella gloria, ella non cessa di guidare i suoi figli e le sue figlie dell’Asia nel cammino verso il Cielo e verso la pienezza". Maria Di Lorenzo Fonte: rivista "Madre di Dio", novembre 2005 |