Madonna della Madia
16 Dicembre 1117
Monopoli - Bari
La Madonna della Madia è la patrona e
protettrice di Monopoli, provincia di Bari. |
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La tradizione
Interessante è la vicenda storica legata all'approdo dell'icona bizantina
il 16 dicembre 1117 nel porto di Monopoli, mentre era vescovo della città
Romualdo, in un periodo in cui il tetto della erigenda nuova Cattedrale
non poteva essere completato per mancanza di denaro; le insistenti
esortazioni del vescovo Romualdo ai cittadini affinché pregassero la
Madonna di aiutarli a completare la chiesa scaturirono nel miracoloso
approdo del dipinto.
Ma la presenza del Divino si manifesta, secondo la leggenda non confermata
da fonti storiografiche, nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1117. La
Madonna, in quella notte, andò in sogno al sacrestano della cattedrale di
nome Mercurio dicendogli che le travi, tanto agognate dal prelato per la
costruzione del tetto della Basilica, erano al porto. Per tre volte il
sacrestano si recò dal vescovo Romualdo per riferirgli che le travi erano
al porto ma il vescovo non gli diede ascolto e per tre volte il sacrestano
fu ricacciato dal vescovo che lo tacciò d'ubriachezza.
Ma nel cuore della notte, al
fine di vincere l'ottusità del vescovo, gli angeli fecero suonare
miracolosamente le campane della città e tanto il clero quanto il popolo
si riversò al porto e vide la zattera (la madia) con sopra l'icona.
Al porto, il vescovo per tre
volte provò ad afferrare il quadro ma la zattera per tre volte, memore del
triplice rifiuto precedente, si ritirò a largo. Compresa quindi la sua
mancanza, il vescovo Romualdo riuscì ad afferrare il quadro e diede vita
alla prima processione della Madonna della Madia.
La valutazione artistica
L'opera è una tempera su tavola, una sorta di "preghiera figurata" in cui
anche i colori rispettano le rigide regole del rivolgersi a Dio. La mano
del Bimbo è perfettamente al centro del quadro e benedice alla maniera
greca. Le lumeggiature e i fili d'oro del vestito del Cristo sono
espressione della sua regalità solare. Nella mano sinistra un cartiglio.
Le gambe incrociate annunciano i momenti della passione. Ogni tratto ci
parla dell'Oriente. Le aureole a racemi rilevati in pastiglia rimandano
alle produzioni cipriote o crociate. Le tre stelle sul manto della Vergine
(una è coperta dal Cristo) indicano la perpetua verginità di Maria: prima,
durante e dopo il parto. Un particolare espediente pittorico, poi,
permette alla Vergine di osservare il visitatore posto in qualsiasi
posizione prospettica. Il suo doppio manto, indica la sua natura divina e
terrena, lei madre di Dio e madre dell'umanità. Diversi elementi inducono
a pensare che si tratti di un'icona tratta in salvo dalla sponda adriatica
orientale o dalle coste del Mediterraneo orientale nel periodo di
diffusione della lotta iconoclastica: lo stile bizantino, l'arrivo dal
mare ed il periodo dell'arrivo a Monopoli. Si tratta di una Madonna
Odegitria (Colei che indica la Via): la Madonna ci indica, con la mano
destra ed il capo leggermente inclinato, Colui che Ella regge con il
braccio sinistro, il Bambino, che reca nella mano sinistra un rotolo,
mentre con la destra è in atto di benedizione con l'anulare unito al
pollice (benedizione greca). Completano la scena due piccole figure umane:
a destra un abate dell'Ordine di S.Basilio (l'attribuzione è certa poiché
il religioso indossa un saio nero) e a sinistra un diacono con un cero
acceso. Nel sito ufficiale della Cattedrale di Monopoli vengono riportate
due ipotesi aggiuntive sull'arrivo dell'icona:
• La prima riguarda il trasporto da Costantinopoli da parte di un certo
Euprasio.
• La seconda invece indica la produzione dell'icona in Italia, pur nel
rispetto dei canoni bizantini, attorno al 1280.
Entrambe le ipotesi possono affiancarsi ma non oscurare la versione
tradizionale in quanto non esistono prove precise che la escludono. In
tutti i casi l'icona viene comunque dall'oriente, se non fisicamente,
almeno in forma di cultura artistica applicata al Sacro.
Curiosità
Il porto che accolse nel 1117 la zattera con il quadro è adesso parte
integrante del centro storico cittadino; sabbiato dai Normanni, all'epoca
della loro dominazione, dista ora circa 100 metri dalla più vicina
banchina del porto commerciale cittadino.
Le travi che hanno
trasportato il quadro sono visibili nella prima cappella nella navata
destra della Cattedrale, contenute intatte in una teca di vetro; solo un
frammento delle travi, delle dimensioni di 50cmx15cmx50cm, è posto
all'ingresso della sacrestia della Cattedrale. Dopo novecento anni risulta
essere ancora al tatto fresco e vivo. Molte le attestazioni di ex-voto per
le grazie ricevute, è altresì provato da testimonianze scritte, presenti
nella cappella dell'ex-voto, che durante il secondo conflitto mondiale,
laddove vi fosse un'immagine del quadro non sarebbe avvenuto alcuno
scoppio a seguito dei bombardamenti anglo-americani.
La venuta dell'Icona della Madonna della Madia,
raccontata dai dipinti di Michelangelo Signorile.
Il ciclo
pittorico, realizzato attorno al 1742 dal barese Michelangelo Signorile,
su commissione del vescovo Iorio, rievoca, con quattro dipinti, il
racconto della venuta dell'Icona della Madonna.
Agli inizi del 1100, dato l'aumento della popolazione e le condizioni
precarie della vecchia chiesa, il vescovo di Monopoli Romualdo, con
l'ausilio del conte normanno Roberto di Wasville, diede avvio
all'edificazione di un tempio più grande in stile Romanico. Realizzati i
muri, l'edificio non poteva essere ultimato per mancanza, in luoghi
vicini, di travi di dimensioni tali da reggere il tetto. In mancanza di
soluzioni il Vescovo si affidò alla Madonna, che non fece tardare il suo
intervento.
IL SOGNO DI MERCURIO
1° dipinto: IL SOGNO DI MERCURIO
Infatti, nel pieno della notte del 16
dicembre del 1117 Ella apparve in sogno ad un devoto cittadino, di nome
Mercurio, comandandogli di riferire al Vescovo l'arrivo delle travi (nel
dipinto è rappresentato un Angelo al posto della Vergine). Il devoto
Mercurio ubbidì, ma il Vescovo lo rimandò a casa dicendogli che era solo
un sogno. La Madonna riapparve a Mercurio una seconda volta, ma nuovamente
il Vescovo non lo ascoltò. Alla terza apparizione, Mercurio andò a
verificare di persona la presenza delle travi al porto.
ARRIVO DELLA MADONNA DELLA MADIA
2° dipinto: ARRIVO DELLA MADONNA DELLA MADIA
Quando egli vide una "madiata" o zattera
di grosse e lunghe travi (di pino d'Aleppo, come da analisi del 1960) con
sopra un'Icona di Madonna col Bambino, con grande esultanza tornò dal
Vescovo, lo svegliò e lo convinse ad andare porto. Quindi anche il popolo
fu chiamato al porto tramite le campane. Tra l'esultanza popolare l'Icona
e le Travi furono recuperate.
LA PROCESSIONE
3° dipinto: LA PROCESSIONE
Con una solenne processione l'Icona fu portata in Cattedrale...
LA COLLOCAZIONE DELLE TRAVI
4° dipinto: LA COLLOCAZIONE DELLE TRAVI
... e le travi furono utilizzate per il completamento dell'edificio.
I dipinti (ubicati di fronte alla Cappella dei Martiri in Cattedrale)
riportano grossolani errori storici in quanto sono presenti edifici
realizzati successivamente al 1117: la facciata della Chiesa di S.Domenico,
il Retablo cinquecentesco, la cupola di S.Teresa, il Cappellone barocco.
Inoltre la Cattedrale Romanica è raffigurata già con il tetto durante la
processione. Tuttavia questi dipinti hanno un grande valore storico poiché
sono le uniche testimonianze grafiche dell'architettura interna ed esterna
della Cattedrale Romanica.
Fonte:
it.wikipedia.org ; www.cattedralemonopoli.net
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