Secondo un'antica tradizione locale, il santuario sorge nel luogo in cui, nel 1620, un pastorello muto avrebbe riacquistato la favella dopo l'apparizione della Madonna, che lasciò l'impronta della sua mano su una pietra. Sul posto fu eretto un capitello. Il santuario della Madonna del Feles, che ha nei pressi anche una "fonte miracolosa", era fino a non molti anni fa meta di un nutrito pellegrinaggio da parte dei fedeli, che visitavano anche i santuari di Montagnaga (Altopiano di Piné) e Pietralba (Alto Adige). L'Apparizione della Madonna a Bosentino (TN) Il tracciato stradale che conduce al Santuario corrispondeva probabilmente a quello della strada romana che, provenendo da Migazzone e Bosentino e mantenendosi in quota, girava attorno al dosso di Castel Vigolo per poi raggiungere l'abitato di Vigolo Vattaro. L'esistenza del vicino castello fa' supporre che il circondario fosse frequentato e coltivato dalle comunità di Bosentino e Migazzone che ne ricavavano legna e terre da pascolare. La tradizione locale vuole che la Santa Vergine sia apparsa in questo luogo nel 1620 ad un pastorello muto al quale diede il compito di far edificare una cappella con la Sua Immagine. Il ragazzo da quelo giorno riacquistò la parola e si dice che su una pietra dove apparve la Madonna sia rimasta l'impronta della Sua mano. Qui venne eretto un capitello e ci sono testimonianze secondo le quali le comunità di Bosentino e Migazzone suonassero ogni sabato le campane per ricordare l'apparizione della Madonna. La chiesa attuale invece fu costruita ad opera dei parrocchiani nel 1729. Nel 1933 la chiesa fu dotata del piccolo campanile e della tettoia sul davanti. Fino ad un recente passato il Santuario del Feles, come quello di Piné o Pietralba, erano meta di lunghi pellegrinaggi da parte di molti fedeli devoti alla Madonna. ***
IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL FELES A poca distanza dal paese di
Bosentino, sulle pendici del Boschet, sorge la chiesetta della Madonna del
Feles. La località prende il nome dalle piante di felci che crescono nella
zona. Lì si trovava un antico capitello dedicato alla Madonna, con un
affresco veneziano del 1400. Nei secoli scorsi, secondo documentazione arrivata fino a noi, molte furono le processioni con grande partecipazione di fedeli, in segno di implorazione o ringraziamento per grazie ricevute, come quella del 13 giugno 1657 fatta dai vigolani per implorare la fine della siccità. Nel 1932 con il parroco don Clemente Deflorian si aggiunse la sagrestia, si costruirono l’atrio e il campanile che fu dotato di 5 piccole campane e si fece dipingere la chiesetta dal veneziano Duilio Corompai. Dopo un periodo di semiabbandono, dovuto anche alla guerra e al periodo post-bellico, i bosentini, sempre affezionati al loro santuario, hanno ripreso, in particolari ricorrenze, a recarsi processionalmente alla Madonna del Feles. Nel 1983-84 un radicale lavoro di restauro rimediò ai danni provocati dall’umidità. Durante questi lavori si ritrovò la pietra con la cosiddetta “Mano della Madonna” e l’antico capitello. Il professor Carlo Bonacina
illustrò con graffiti i capitelli della Via Crucis che porta al Feles. La prima cosa che si nota è
l’altare barocco del 1742 con nella nicchia una pregevole statua lignea
della Madonna, restaurata dalla Provincia nel 1984. Alla destra si vede
l’antico capitello con due affreschi, per quanto sconsideratamente
martellati; quello centrale, del 1500, rappresentante la Madonna con
bambino e l’altro, laterale, rappresentante l’apparizione al pastorello,
risalente al 1600. Sopra la porta un quadro ad olio, su tela, mostra
l’apparizione. La sua prima collocazione è da ritenere nella prima
cappella del 1633. Il crocifisso in legno, a destra dell’altare è opera
del Lunz. Gli affreschi sono di Duilio Corompai, completati nelle parti
distrutte dall’umidità dal Bonacina. Nella sagrestia dietro l’altare una
nicchia conserva la pietra ove si nota un’ombra a forma di mano, quella
lasciata secondo la tradizione dalla Madonna. Nei pressi del Santuario si
trova la “Zona del Silenzio”, luogo recintato dedicato al raccoglimento e
alla preghiera. Il recinto ha ingresso in basso e il breve percorso
termina al santuario. Una scritta accoglie il pellegrino con le parole del
Papa: "Solo Tu hai parole che rivelano il mistero della vita vera". Poco
più avanti l’invocazione di Samuele “Parla, Signore…” Il cammino si conclude al santuario dove sul nuovo altare è raffigurata la Pentecoste.
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