La storia del Santuario Nel 1599 i cappuccini ebbero a Giulianova un primo luogo con la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, dove oggi è la "Casa Maria Immacolata" di proprietà della diocesi di Teramo. Nel settembre del 1847, con decreto di Ferdinando II re di Napoli e con rescritto della Santa Sede, ottenuto dal vescovo di Teramo mons. Berrettini, i cappuccini presero dimora nell'antica abbazia dei monaci Celestini da questi lasciata nel marzo del 1807 a seguito della soppressione "napoleonica" presso il Santuario di Maria Ss. dello Splendore, sorto là dove secondo la tradizione era apparsa la Vergine il 22 aprile 1557. Soppressa anche la comunità dei cappuccini nel 1866 per le leggi del governo piemontese, il santuario non fu mai del tutto abbandonato dai medesimi. Il 7 marzo 1927 fu acquistato un ampio sito adiacente al santuario e il 28 agosto 1927 fu posta la prima pietra del nuovo convento, che nel 1938 fu costituito sede dello studentato di liceo classico, rimastovi fino al 1965. Negli anni 1968-71 il convento dello Splendore ha ospitato un piccolo seminario serafico. Nel triennio 1989-92, con interventi di bonifica e ristrutturazione degli ambienti che nel passato erano sorti intorno al terminale acquifero della "sorgente della Madonna", è stato riedificato un tempietto votivo circondato da un riposante ambiente verde. Interventi di largo respiro operati negli anni tra il 1990 e il 2000, riservando alla fraternità dei cappuccini alcuni ambienti di vita, hanno ristrutturato i piani superiori per ospitare un museo d'arte e la vecchia legnaia per accogliere la ricca biblioteca del convento, intitolata a padre Candido Donateli. Continuando l'opera avviata, restauri più recenti all'interno e all'esterno della chiesa hanno ridato splendore e rinomanza a un santuario, che da sempre è meta di pellegrini. Lungo la via Bertolino - già impraticabile sentiero di campagna - è stata realizzata una maestosa Via Crucis con sculture in bronzo dell'artista Ubaldo Ferretti. Nel 2001, in sostituzione di un piccolo organo da anni inagibile, il santuario è stato dotato di un grande organo della ditta Arte Organaria di A. Girotta. Nel 1940 il santuario iniziò la pubblicazione del periodico La Madonna dello Splendore, divenuto nel 1950 Maria Santissima dello Splendore, che dal 1982, tornando al titolo primitivo, esce come consistente numero annuale a cura del comitato per i festeggiamenti religiosi e civili del 22 aprile. Notizie storiche sull'Apparizione della Madonna "Il 22 aprile 1557 piacque al Signore dare un segno della sua divina bontà col far conoscere al popolo di Giulianova la Vergine dello Splendore". Così si legge nella prima cronaca che il padre priore, don Pietro Capullo (Celestino), scrisse a più riprese dal 1657 al 1674 e che servì come fonte per la "Storia Aprutina" scritta da don Niccola Palma e per la "Cronica Relazione di Santa Maria dello Splendore di Giulianova" scritta dai Padri Celestini.
Bertolino, così si chiamava il contadino, ristorato dalla piacevole brezza marina che giungeva fin lassù, stava per assopirsi quando vide tra i rami dell'albero una luce abbagliante e, al centro, la Vergine Maria che gli disse:
Ancora stordito per la grande emozione, ma fiero per l'incarico ricevuto, Bertolino corse dal governatore (amministratore feudale di nomina ducale) per riferirgli lo straordinario messaggio della Madonna.
Molto abbattuto per la cattiva accoglienza ricevuta, Bertolino se ne ritornò a casa, ma il giorno seguente, di buon mattino, spinto da una forza interiore, si recò nuovamente all'ulivo con la speranza di rivedere la splendente immagine della Madonna per poterle confidare tutta la sua amarezza. Il povero contadino percorse l'ultimo tratto della salita con il cuore in gola; si sentiva umiliato e offeso non tanto per le ingiurie quanto per il fallimento dell'importante missione. E se, una volta in cima alla collina, la Vergine Maria non si fosse più mostrata ai suoi occhi?
Senza più esitare, Bertolino tornò in città. Colmo di rinnovato fervore, per la terza volta il pio contadino raccontò quanto la Gran Madre di Gesù gli aveva appena comandato, insistendo perché tutti salissero con lui in cima alla collina per verificare la veridicità del suo racconto. Questa volta alle ingiurie si aggiunsero le percosse. Uno di loro, per meglio convincerlo a mettere giudizio, iniziò a percuoterlo con violenza, tra il divertimento dei presenti. Di temperamento mite, Bertolino sarebbe stato soprafatto se la Madonna non fosse intervenuta liberandolo dalle mani dello sconsiderato, che rimase improvvisamente paralizzato e muto. Nella sala calò un silenzio assoluto: tutti compresero di essere stati testimoni di un evento soprannaturale e ciascuno, nel proprio cuore, impetrava il perdono per le offese arrecate all'innocuo contadino. Sgomento e smarrito il governatore si affrettò a convocare il clero (arciprete, quattro canonici, il preposto dell'Annunziata) e il popolo tutto per recarsi in solenne processione sul luogo indicato da Bertolino.
Ma la Madonna aveva riservato loro un grande dono come prova tangibile e imperitura dello straordinario avvenimento: alla base dell'olivo fece sgorgare una sorgente d'acqua pura e fresca, a getto continuo, che esiste tutt'ora! La notizia dell'apparizione, che pose fine alla pestilenza che aveva colpito l'intera regione, ma che aveva lasciato indenne il circondario di Giulianova, si sparse in un baleno. Un avvenimento così straordinario attirò sul luogo una moltitudine di persone che giungeva da ogni dove per vedere l'ulivo miracoloso, per segnarsi con l'acqua della sorgente e per prostrarsi in adorazione invocando misericordia, protezione e conforto. Portato a braccia vi si recò anche l'aggressore di Bertolino, sinceramente pentito per il gesto insensato e proprio a lui, Maria Santissima dello Splendore volle fare la prima grazia ridonandogli, tra gli osanna dei presenti, l'uso della favella e delle articolazioni.
Molti la chiamano "La Festa". Altri la
chiamano "La Festa della Madonna": altri ancora "Festa di primavera". Ad
ogni buon conto, per tutti, la Festa celebrata il 22 aprile a Giulianova è
un momento di raccoglimento, di unità popolare e, se si vuole, un punto di
riferimento che riunisce le intere popolazioni della provincia. Questa
festa ha la propria storia. Quella della Madonna dello Splendore ha un
sapore particolare e coagula usanze, tradizioni ed aneddoti che sono
diventati consuetudini nel corso di tutto questo tempo.
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