I nostri silenzi non possono incoraggiare
la menzogna
Caro direttore, sono una giovane mamma. In
questi giorni, varcando il portone delle scuole dei miei figli, i miei
occhi vengono catturati da zucche vuote, scheletri, fantasmi, streghe e
diavoli vari appesi ai muri o incollati ai vetri delle finestre. Mi
domando il senso di tutto questo.
Quando ero bambina attendevo con ansia il cosiddetto 'ponte dei santi e
morti', era una festa della famiglia, si andava tutti al cimitero, anche i
non credenti, ad onorare coloro che ci avevano preceduti. Poi, ci si
riuniva tutti a casa di qualche zia attorno ad un camino scoppiettante,
tra un bicchiere di novello e le caldarroste di stagione si faceva grata
memoria del passato e si raccontava del presente. Nel giro di pochi anni
la società è cambiata, il 'progresso culturale' ha fatto entrare nelle
nostre case 'nuove tradizioni': oggi si festeggia Halloween. Dobbiamo
modificare l''idea di morte' e la paura va 'esorcizzata' attraverso la
presenza fisica di simpatici e innocui fantasmi e streghe... queste le
parole di alcune maestre per illustrare progetti e programmi didattici.
Personalmente non li trovo né simpatici, né tantomeno innocui! Sento
spesso dire: «È una carnevalata». Se così fosse, essendoci un tempo per
ogni cosa, mi pare che questo tipo di tradizione sia radicata già da
secoli in Italia e che non occorra 'scimmiottarne' un anticipo. Mi spiego
per coloro che alzano le spalle e sorridono. Che bisogno c'è di anticipare
una festa di travestimenti e maschere dove non ci si traveste da
personaggi di fiaba, storici o da quant'altro la fantasia ci suggerisca,
ma bensì solo da figure del male? Allora, stiamo consumando qualcosa di
più di una semplice 'carnevalata'. Ciò che mi preoccupa è che ormai le
stesse agenzie educative istituzionali stiano inculcando nei nostri figli
questa tradizione estranea alla nostra cultura. Non trovo affatto
educativa una scuola 'vestita a festa', non trovo educativo ridurre i temi
della vita e della morte ad una banale festa in maschera e di consumismo.
Halloween non è semplicemente una mangiata e due balli tra fumo, ragnatele
ed effetti speciali sonori, non è una bella zucca intagliata ad arte. La
scuola, i mezzi d'informazione, talvolta le nostre parrocchie, sostengono
e incoraggiano questo 'nuovo' costume. Noi genitori, forse con leggerezza,
abbiamo lasciato che le nostre tradizioni venissero soppiantate da una
festa pagana a cui sono stati aggiunti elementi di cultura
magico-esoterica. Si potrebbe dire molto sul giro d'affari, ma mi si
permetta, Halloween è ancora altro da questo, è qualcosa di assai più
profondo. Non voglio che i miei figli perdano il senso, il rispetto e il
significato ultimo della vita e della morte e che prendano sul serio ciò
che è indegno di ogni considerazione e dal quale, anzi, si devono ben
guardare: il mondo dell'occulto, la magia, l'esoterismo. Il vero orrore lo
provo quando m'imbatto in bambini travestiti da diavoli, fantasmi e
streghe. Certo, le 'virtù eroiche' di S. Maria Goretti sono 'favola',
mentre quanto sono reali, divertenti e fascinose le figure del male! La
morte non esiste è un passaggio ad un'altra dimensione e nella notte tra
il 31 e il primo novembre queste due dimensioni, questi due 'mondi'
s'incontrano... La Vita eterna, il Paradiso, la Santità... 'roba
sorpassata'. Questo vogliamo insegnare ai nostri figli?! Da bambina ho
imparato a considerare come valori: la sofferenza, il sacrificio, il senso
del dovere, mai sfuggendo alla vita reale. In tale prospettiva, la morte
trovava il suo significato, la Vita eterna era qualcosa a cui anelare, e
l'esempio dei santi allontanava ogni dubbio sul perché della mia
esistenza. Se ci si sottrae a questa prospettiva, i santi divengono figure
irreali e la morte diviene un 'evento' dell'esistenza terribile e
temibile. Mi pare che quelle zucche vuote che vedo ormai dappertutto siano
come le nostre teste. Ci sarebbe molto da riflettere.
Credo che ogni famiglia non debba perdere il senso della propria memoria
storica. Per noi cristiani, inoltre, meditare sulla Vita Eterna è un
riaffermare il nostro cammino di santità. Tollerando Halloween,
incoraggiando con il nostro silenzio questa menzogna 'mascherata' da
'realtà innocente', lasciamo un vuoto culturale che l'«irrazionale colmerà
con la fuga nel misterioso e nel magico», come scriveva l'allora vescovo
di Pesaro, ora cardinale, Angelo Bagnasco. Desidero che i miei figli
imparino ad affrontare la realtà, quella 'vera', e desidero ancor di più
che divengano amici di Gesù e che i loro modelli non siano sciocche e
immorali figure del male, ma che siano i nostri santi e in special modo
quelli della nostra terra marchigiana. Questa è l'eredità che desidero
lasciare, perché a mia volta mi è stata donata, questa eredità è
preziosissima e non la si può 'tradire' con un'alzata di spalle e un
sorrisetto dicendo: «Non vi è nulla di male, è una carnevalata». Concludo
con uno slogan che i vescovi francesi lanciarono qualche anno fa: «Basta
con Halloween, puntiamo su Holy Wins - la santità vince».
(Lettera firmata, una mamma)
Tratto da
Avvenire del 1 novembre 2008
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