Istruzione segreta permanente data ai membri dell'Alta Vendita.

"Dopo che ci siamo costituiti in corpo di azione e che l'ordine ricomincia a regnare così nella Vendita più remota corre in quella più prossima al centro, vi ha un pensiero che ha sempre preoccupato gli uomini che aspirano alla rigenerazione universale. Il pensiero è quello della liberazione dell'Italia, da cui deve uscire, in un dato giorno, la liberazione del mondo intero, la Repubblica fraterna e l'armonia dell'umanità. Questo pensiero non è stato ancora abbastanza compreso dai nostri fratelli di Francia. Essi credono che l'Italia rivoluzionaria non può che cospirare all'ombra, distribuire qualche pugnalata a sbirri o a traditori; e intanto sopportare tranquillamente il giogo degli avvenimenti che si compiono al di là dei monti per l'Italia, ma senza l'Italia.

"Questo errore ci fu già più volte fatale. Non bisogna combatterlo con parole; sarebbe un propagarlo: bisogna: ucciderlo coi fatti. E così, in mezzo alle cure che hanno il privilegio di agitare gli spiriti più vigorosi delle nostre Vendite,(1) ve n'è una che non dobbiamo mai dimenticare.

"Il Papato esercitò sempre un'azione decisiva sovra le sorti d'Italia. Col braccio, colla voce, colla penna, col cuore dei suoi innumerevoli vescovi, frati, monache e fedeli di tutte le latitudini, il Papato trova dappertutto gente pronta al sacrifizio, al martirio, all'entusiasmo. Dovunque vuole evocarlo, esso ha degli amici che muoiono ed altri che si spogliano per amor suo. È un'immensa leva di cui soltanto alcuni Papi hanno capita tutta la potenza. (Ed ancor essi non se ne sono serviti che con una certa misura). Oggi non si tratta di ricostituire a nostro servizio questo potere momentaneamente indebolito: il nostro scopo finale è quello di Voltaire e della rivoluzione francese: cioè l'annichilamento completo del cattolicismo e perfino dell'idea cristiana, la quale, se rimanesse in piedi sopra le ruine di Roma, ne sarebbe più tardi la perpetuazione. Ma per giungere più certamente a questo scopo e non prepararci da noi stessi dei disinganni che prolunghino indefinitamente o compromettano il buon successo della causa, non bisogna dar retta a questi vantatori di Francesi, a questi nebulosi Tedeschi, a questi Inglesi malinconici che credono di poter uccidere il cattolicismo ora con una canzone oscena, ora con un sofisma, ora con un triviale sarcasmo arrivato di contrabbando come i cotoni inglesi. Il cattolicismo ha una vita che resiste a ben altro. Egli ha visti avversari più implacabili e più terribili; e si è preso soventi volte il gusto maligno di benedire colla sua acqua santa la tomba dei più arrabbiati tra loro. Lasciamo dunque che i nostri fratelli di quei paesi si sfoghino colle loro intemperanze di zelo anticattolico: permettiamo loro di burlarsi delle nostre Madonne e della nostra divozione apparente. Con questo passaporto (dell'ipocrisia), noi possiamo cospirare con tutto il nostro comodo e giungere, a poco a poco, al nostro scopo.

"Dunque il Papato è, da millesettecento anni, inerente alla nostra Italia. L'Italia non può respirare, né muoversi senza il permesso del Pastore supremo. Con lui, essa ha le cento braccia di Briareo; senza di lui, essa è condannata ad una impotenza compassionevole, a divisioni, ad odii, ad ostilità dalla prima catena delle Alpi all'ultimo anello degli Appennini. Noi non possiamo volere un tale stato di cose: bisogna cercare un rimedio a questa situazione. Orbene, il rimedio è trovato. Il Papa, chiunque sia, non verrà mai alle Società segrete; tocca alle Società segrete di fare il primo passo verso la Chiesa e verso il Papa, collo scopo di vincerli tutti e due.

"Il lavoro al quale noi ci accingiamo non è l'opera d'un giorno, né di un mese, né di un anno. Può durare molti anni, forse un secolo: ma nelle nostre file il soldato muore e la guerra continua.

"Noi non intendiamo già di guadagnare il Papa alla nostra causa, né di farne un neofita dei nostri principii, od un propagatore delle nostre idee. Sarebbe questo un sogno ridicolo; ed in qualunque modo siano per volgere gli avvenimenti, se anche accadesse che qualche Cardinale o qualche Prelato, di piena sua buona voglia o per insidia, entrasse a parte dei nostri segreti, non sarebbe questa una ragione per desiderare la sua elevazione alla Sede di Pietro. Questa elevazione sarebbe anzi la nostra ruina. Giacché, siccome egli sarebbe stato condotto all'apostasia per sola ambizione, così il bisogno del potere lo condurrebbe necessariamente a sacrificarci. Quello che noi dobbiamo cercare ed aspettare, come gli ebrei aspettano il Messia, si è un Papa secondo i nostri bisogni. Alessandro VI con tutti i suoi vizi privati non ci converrebbe, giacché egli non ha mai errato in materia religiosa. Un Clemente XIV, invece, sarebbe il nostro caso da capo a piedi. Borgia era un libertino, un vero sensuale del secolo XVIII fuorviato nel secolo XV. Egli è stato scomunicato, nonostante i suoi vizi, dalla filosofia e dalla incredulità in causa del vigore con cui difese la Chiesa. Ganganelli, invece, si pose colle mani e coi piedi legati nelle braccia dei ministri dei Borboni che gli mettevano paura, e degl'increduli che lodavano la sua tolleranza, e per questo Ganganelli diventò un gran Papa. Nelle presenti nostre condizioni noi avremmo bisogno d'un tal Papa, se la cosa fosse possibile. Con questo solo noi andremo più sicuramente all'assalto della Chiesa, che non cogli opuscoletti dei nostri fratelli di Francia e coll'oro stesso dell'Inghilterra. E volete sapere il perché? Perché, con questo solo, per istritolare lo scoglio sopra cui Dio ha fabbricato la sua Chiesa, noi non abbiamo più bisogno dell'aceto di Annibale, né della polvere da cannone e nemmeno delle nostre braccia. Noi abbiamo il dito mignolo del successore di Pietro ingaggiato nel complotto, e questo dito mignolo val per questa crociata tutti gli Urbani II e tutti i S. Bernardi della Cristianità.

"Noi non dubitiamo punto di arrivare a questo termine supremo dei nostri sforzi. Ma quando? e come? L'incognita non si vede ancora. Ciò nonostante, siccome nulla ci dee smuovere dal piano tracciato, che anzi al contrario tutto vi deve concorrere, come se il successo dovesse coronare domani l'opera appena abbozzata, noi vogliamo, in questa istruzione, che dovrà tenersi celata ai semplici iniziati, dare ai preposti della Vendita suprema alcuni consigli ch'essi dovranno inculcare a tutti i fratelli sotto forma d'insegnamento o di memorandum. È cosa soprattutto importante, non che richiesta dalla più elementare discrezione, che non si lasci mai presentire a nessuno che questi consigli sono ordini emanati dalla Vendita. Il clero vi è troppo direttamente in causa; né ci è lecito, a questi lumi di luna, scherzare con esso lui come facciamo con questi regoli o principotti che si cacciano via con un soffio.

"Vi è poco da fare coi vecchi Cardinali e coi Prelati di carattere deciso. Bisogna lasciare questi incorreggibili della scuola di Consalvi, e cercare, invece, nei nostri magazzini di popolarità o d'impopolarità, le armi che renderanno inutile o ridicolo il potere nelle loro mani. Una parola ben inventata, e che si sparge con arte in certe buone famiglie cristiane, passa subito dal caffè alla piazza; una parola può, qualche volta, uccidere un uomo. Se un prelato arriva da Roma in provincia per esercitare qualche pubblico impiego, bisogna subito informarsi del suo carattere, dei suoi precedenti, delle sue qualità, de' suoi difetti: specie de' suoi difetti. È egli un nostro nemico? Un Albani, un Pallotta, un Bernetti, un Della Genga, un Rivarola? Subito avviluppatelo in tutte le reti che potrete. Fategli una riputazione che spaventi i ragazzi e le donne: dipingetelo crudele e sanguinario: raccontate qualche fattarello atroce che facilmente s'imprima nella mente del popolo. Quando i giornali forestieri impareranno poi da noi questi fatti ch'essi sapranno bene abbellire e colorire a loro volta, pel rispetto che si dee alla verità, mostrate, o fate mostrare, piuttosto da qualche rispettabile imbecille, il numero del giornale dove sono riferiti i nomi e i fatti di detti personaggi. Come la Francia e l'Inghilterra, così l'Italia non mancherà mai di penne che sappiano dire bugie utili per la buona causa. Con un giornale di cui non comprende la lingua, ma in cui vedrà il nome del suo delegato o del suo giudice, il popolo non avrà bisogno di altre prove. Il popolo, qui fra noi, è nella infanzia del Liberalismo. Egli crede ora ai Liberali, come più tardi crederà a non sappiamo quale altra cosa.

"Schiacciate il nemico qualunque sia, quando è potente, a forza di maldicenze e di calunnie; ma, soprattutto, schiacciatelo quando è ancora nell'uovo. Alla gioventù bisogna mirare: bisogna sedurre i giovani: è necessario che noi attiriamo la gioventù senza che se ne accorga, sotto la bandiera delle società segrete. Per avanzarci, a passi contati, ma sicuri, in questa via pericolosa, due cose vi sono assolutamente necessarie. Voi dovete avere l'aria di essere semplici come colombe, ma insieme voi dovete essere prudenti come i serpenti. I vostri genitori, i vostri figli, le vostre stesse mogli dovranno sempre ignorare il segreto che portate in seno. E se vi piacesse, per meglio ingannare gli occhi scrutatori, di andarvi a confessare sovente, voi siete autorizzati a serbare, anche col confessore, il più assoluto silenzio sopra queste materie. Voi ben sapete che la menoma rivelazione, che il più piccolo indizio sfuggitovi nel Tribunale di penitenza o altrove può condurci a grandi calamità; e che il rivelatore volontario od involontario sottoscrive, con ciò stesso, la sua sentenza di morte.

"Or dunque, per assicurarci un Papa secondo il nostro cuore, si tratta prima di tutto, di formare, a questo Papa, una generazione degna del regno che noi desideriamo. Lasciate in disparte i vecchi e gli uomini maturi; andate, invece, diritto alla gioventù, e, se è possibile, anche all'infanzia. Non parlate mai coi giovani di cose oscene ed empie. Maxima debetur puero reverentia. Non dimenticate mai queste parole del poeta, giacché esse vi serviranno di salvaguardia contro ogni licenza, da cui è assolutamente mestieri astenersi nell'interesse della causa. Per far fiorire e fruttificare la nostra causa nelle famiglie, per avere il diritto d'asilo e di ospitalità al focolare domestico, voi dovete presentarvi con tutte le apparenze dell'uomo grave e morale. Una volta che la vostra riputazione sarà stabilita nei collegi, nei ginnasi, nelle università e nei seminari: una volta che voi vi sarete cattivata la fiducia dei professori e dei giovani, procurate che specialmente coloro che entrano nella milizia clericale ricerchino la vostra conversazione. Nutrite il loro spirito dell'antico splendore di Roma papale. Vi ha sempre nel cuore di ogni italiano un desiderio della forma repubblicana. Confondete con destrezza queste due memorie: eccitate, scaldate queste nature sì infiammabili all'idea dell'orgoglio patriottico. Cominciate coll'offrir loro, ma sempre in segreto, libri innocenti, poesie calde di enfasi nazionale: a poco a poco voi condurrete i vostri discepoli al grado voluto di fermentazione. Quando su tutti i punti dello Stato ecclesiastico questo lavoro di tutti i giorni avrà sparse le nostre idee come la luce, allora voi vi potrete accorgere quanto sia savio il consiglio, di cui noi pigliamo ora l'iniziativa.

"Gli avvenimenti, che, secondo noi, si precipitano troppo,(2) chiameranno necessariamente, tra qualche mese, un intervento armato dell'Austria. Vi sono dei pazzi che si divertono a gettare allegramente gli altri nel mezzo dei pericoli: ma intanto questi pazzi, in un momento dato, trascinano seco anche i savii. La rivoluzione che si prepara in Italia non produrrà che disgrazie e proscrizioni. Nulla è maturo: né uomini, né cose: e nulla sarà maturo per lungo tempo ancora. Ma con queste future disgrazie voi potrete facilmente far vibrare una nuova corda nel cuore del giovane clero. Questa corda sarà l'odio allo straniero. Fate che il Tedesco diventi ridicolo ed odioso anche prima del suo preveduto intervento. Coll'idea della supremazia papale mescolate sempre la memoria delle guerre del Sacerdozio e dell'Impero. Risuscitate le passioni mal sopite dei Guelfi e dei Ghibellini: e così, a poco a poco, voi vi farete, con poca spesa, una riputazione di buon cattolico e di buon patriota.

"Questa riputazione di buon cattolico e di buon patriota, aprirà alle nostre dottrine il cuore del giovine clero e degli stessi conventi. Tra qualche anno questo giovane clero avrà, per la forza delle cose, invasi tutti gli uffici. Egli governerà, amministrerà, giudicherà, formerà il consiglio del sovrano, e sarà chiamato ad eleggere il Papa futuro. Questo Papa, come la più parte dei suoi contemporanei, sarà necessariamente più o meno imbevuto, anche lui, dei principii italiani ed umanitarii che noi cominciamo ora a mettere in circolazione. È un piccolo grano di senapa che noi confidiamo alla terra, ma il sole di giustizia lo svilupperà fino alla più alta potenza; e voi vedrete un giorno qual ricca messe produrrà questo piccolo seme.

"Nella via che noi tracciamo ai nostri fratelli, vi sono grandi ostacoli da vincere e difficoltà di più sorta da sormontare. Se ne trionferà coll'esperienza e colla sagacia. La mèta è sì bella che merita la pena di spiegar tutte le vele al vento per arrivarvi. Volete voi rivoluzionare l'Italia? Cercate il Papa di cui noi vi abbiamo fatto il ritratto. Volete stabilire il regno degli eletti sul trono della prostituta di Babilonia? Fate che il Clero cammini sotto la vostra bandiera, credendo di camminare sotto la bandiera delle Chiavi apostoliche. Volete far sparire l'ultimo vestigio dei tiranni e degli oppressori? Tendete le vostre reti come Simone Barjona: tendetele al fondo delle sacrestie, dei seminari e dei conventi, anziché al fondo del mare; e se voi non precipiterete nulla, noi vi promettiamo una pesca più miracolosa della sua. Il pescatore di pesci diventò pescatore d'uomini: voi pescherete degli amici e li condurrete ai piedi della Cattedra Apostolica. Voi avrete così pescato una rivoluzione in tiara e cappa, preceduta dalla croce e dal gonfalone; una rivoluzione che non avrà bisogno che di ben piccolo aiuto per appiccare il fuoco ai quattro angoli del mondo.

"Ogni atto della nostra vita tenda dunque alla scoperta di questa pietra filosofale. Gli alchimisti del Medio Evo perdettero tempo e denari nella ricerca di questo sogno. Il sogno delle società segrete si compirà per questa semplicissima ragione che esso è fondato sulle passioni dell'uomo. Non iscoraggiamoci dunque né per un insuccesso, né per un rovescio, né per una disfatta: prepariamo le nostre armi nel silenzio delle Vendite: puntiamo tutte le nostre batterie, soffiamo in tutte le passioni, nelle peggiori come nelle più generose: e tutto ci porta a credere che questo piano riuscirà un giorno, anche di là dei nostri calcoli i più improbabili".

(1) Le Vendite del Carbonarismo all'apice delle quali era posta l'Alta Vendita.

(2) Questo scritto porta la data del 1819.

Fonte: www.carboneria.it

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