Tag sottopelle, stop in California

05 settembre 2007

Vietato taggare gli esseri umani se è a rischio la tutela della loro privacy. Lo stop arriva dalla California, dove il Senato ha approvato con 28 voti a favore contro nove una legge che impedisce, salvo volontaria richiesta, l'impianto di chip Rfid sottopelle. Il provvedimento verrebbe a riguardare di fatto l'esclusivo ambito delle imprese, che sarebbero inibite nella possibilità di sollecitare questo tipo di intervento nei confronti dei propri dipendenti. Non è certo, tuttavia, che la norma diventi davvero operativa. La promulgazione definitiva, infatti, spetta al governatore Arnold Schwarzenegger, notoriamente molto sensibile al pressing esercitato dal mondo imprenditoriale, già in rivolta contro la decisione.

Da tempo negli Usa è in corso un acceso confronto riguardo i confini di utilizzo della tecnologia Rfid. Particolarmente dibattuto è stato il caso di CityWatcher.com, società operativa nella videosorveglianza, che ha recentemente sollecitato due suoi impiegati a impiantarsi un micro-tag nell'avambraccio per potere accedere ai caveau dove l'azienda custodisce i suoi documenti riservati.

L'opinione pubblica, in merito, si è divisa. “Un chip sottobraccio è il modo più sicuro per tracciare gli spostamenti di una persona, sottoponendola a una sorveglianza globale e pervasiva”, hanno sostenuto i detrattori di questa applicazione delle onde radio. “Il rischio è che, un giorno il vostro datore di lavoro possa darvi l'aut-aut: o accetti di essere taggato o sei fuori”, è stata l'accusa mossa da diversi movimenti di consumatori.

Adesso, dunque, arriva la risposta del Senato della California, che ha dato il suo ok alla proposta avanzata dal democratico Joe Sanitian (ma interventi analoghi si segnalano anche in Wisconsin e North Dakota). Le aziende, secondo quanto previsto, non potranno più chiedere al proprio personale di sottoporsi all'innesto di chip. Possibilità che potrebbe restare, però, solo se scelta discrezionalmente. Non viene limitato, invece, il ricorso ai tag sottopelle in ambito medicale e sanitario (purché, naturalmente, l'intervento maturi come scelta volontaria).

La soluzione del problema, però, a ben vedere sembra ancora insufficiente. Al di là dell'incognita riguardo il placet definitivo di Schwarzenegger (tutt'altro che scontrato), a preoccupare parte degli americani è la reale sicurezza offerta dai tag nel salvaguardare le informazioni contenute. Casi del genere, infatti, si sono già verificati e “clonare” i dati di un chip, in certi casi, non si è rivelata certo un'impresa impossibile. E davanti alle proteste delle imprese che promettono battaglia contro la proposta di legge, c'è anche chi si domanda se questa saprà davvero impedire, in definitiva, che i dipendenti vengano comunque sottoposti alla scelta fra il venire licenziati o acconsentire - “volontariamente” - all'innesto del chip.

Fonte: www.rfiditalia.com

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