Il 22 marzo del 1731 la Madonna apparve a Sant'Alfonso Maria de' Liguori (1696-1787), dottore della Chiesa e fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore; autore inoltre di diverse opere di teologia morale, tra cui il Trattato di teologia morale e Le Glorie di Maria. La chiesa di Maria Santissima dei Sette Veli, edificata intorno al 1100, custodiva un'antica icona bizantina recuperata prodigiosamente nel 1062 da alcuni pastori in una palude dove era stata nascosta alla fine del VIII° secolo per sottrarla alla furia degli iconoclasti. Il dipinto raffigurava la Madonna ed era ricoperto da veli per un'antica tradizione. Il volto di Maria, prodigiosamente scoperto, si mostrò vivo al santo per due volte: nel 1731 e nel 1745. Nella sua relazione del 1777 a papa Pio VI così sant'Alfonso descrive la prima apparizione:
La visione del 1745 ebbe le stesse caratteristiche della precedente; quando tutti gli sguardi dei fedeli presenti in chiesa (circa duemila persone) furono rivolti al volto della Vergine, se ne staccò improvvisamente un abbagliante raggio di luce che andò a posarsi sulla fronte del Santo che, in estasi, si sollevò alcuni palmi dalla cattedra. Storia del Santuario Nel 1062 Foggia non era ancora una città.
I pochi casolari arroccati intorno alla Taverna del Gufo si
perdevano solitari nella campagna arroventata. I grandi querceti, numerosi
all'epoca, erano ricchi di selvaggina. Qua e là, in primavera,
occhieggiavano laghetti e stagni, resti delle piogge invernali. Fu sulle
acque di una di queste pozze che ebbe inizio la storia della Madonna dei
Sette veli e, con essa, la storia di Foggia. I buoni contadini rivestirono l'immagine di veli nuovi e la portarono in una vicina casupola, la Taverna del Gufo. La capanna divenne ben presto il centro religioso della zona e nei dintorni si costruirono molte case. I forestieri cominciarono ad affluire numerosi per venerare la Madre di Dio, ma anche per trafficare con i pastori abruzzesi che affollavano la zona da settembre a maggio. La Taverna del Gufo con la sua preziosa icona divenne il centro di un agglomerato che sia forestieri che i paesani chiamavano volentieri Sancta Maria de Focis, a ricordo della Vergine Santa e delle tre fiammelle apparse sulle acque del lago. Nel 1080 Roberto il Guiscardo volle che sullo stagno dove era stato rinvenuto il Sacro Tavolo fosse costruita una grande chiesa. Appena ultimata, la chiesa venne elevata al rango di Chiesa Palatina e l'immagine della Vergine vi trovò la sua definitiva sistemazione. Nel 1172 il tempio venne ampliato su interessamento di Guglielmo II di Sicilia, detto il Buono. Con la chiesa cresceva anche la città che divenne ben presto una delle più importanti del Regno. La storia del santuario si identificò con quella della città. Via via che la città s'ingrandiva, la chiesa veniva abbellita e arricchita di arredi, di nuove rendite e di privilegi. Tutti i Re, dai Normanni agli Svevi, agli Angioini fino agli Aragonesi, gli Spagnoli e, infine, i Borboni, tutti considerarono quella di Foggia come una delle chiese più care. Spesso Foggia ospitava le assemblee parlamentari di cui la sua chiesa era il momento religioso. Diverse volte i Principi Regnanti scelsero la Chiesa di Santa Maria de Focis per i loro matrimoni. Il Re Carlo I d'Angiò, morto a Foggia nel 1285, volle che nella Chiesa di Santa Maria fosse sepolto il suo cuore. Il Sacro Tavolo oggi si presenta tutto ricoperto da preziosi drappi riccamente ricamati. Verso la sommità si vede un'apertura ovoidale ricoperta di stoffa nera. Il 1731 fu un anno memorabile nella storia di questo santuario. La Chiesa Collegiata di Foggia era stata semidistrutta da un violento terremoto. Il Sacro Tavolo era alloggiato nella chiesa di San Giovanni Battista. Il 22 marzo, giovedì santo, mentre il popolo era tutto raccolto nella partecipazione alla Santa Messa, si vide distintamente apparire nella piccola finestra ogivale del Sacro Tavolo il volto della Vergine Madre di Dio. S. Alfonso Maria de' Liguori, appresa la notizia, volle recarsi a Foggia per rendere omaggio alla Vergine Santissima. Anche lui ebbe il privilegio di vedere la Madonna che appariva come una giovinetta di 13-14 anni col capo coperto di velo bianco. Le apparizioni si rinnovarono fino al 1745. Nel 1782 la sacra immagine venne incoronata con decreto del Capitolo Vaticano e nel 1806, per volere di Pio VII, la chiesa fu illustrata col titolo di Basilica Minore. Infine, nel 1855, con la istituzione della Diocesi di Foggia, la chiesa di Santa Maria del focis venne elevata a cattedrale della nuova diocesi.
La chiesa, piena di opere d'arte, è stata molto rimaneggiata fra il XVI e XVIII secolo; conserva, tuttavia, molte splendide tracce del suo glorioso medioevo. E' a disposizione degli studiosi un Archivio Capitolare molto interessante per la storia della Capitanata. Fonti: www.diocesifoggiabovino.it ; www.sanmarcoinlamis.net *** Relazione della prima apparizione della Madonna dei Sette Veli Stemma della città di Foggia che ricorda le tre fiammelle del 1062 "Nel giovedì santo, 22 Marzo (1731),
il reverendo Arciprete della maggior Chiesa Don Nicolò Guglielmoni in una
al Capitolo si recò nella chiesa de' Cappuccini per fare atto di omaggio
alla Vergine, e celebrarvi la messa - Mentre la moltitudine era tutta
intenta col pensiero e con gli occhi alla sacra Icona, e pregava e
piangeva, apparve per la prima fiata il celeste e vivo volto di Lei da
quel vano in forma di disco, ch'è formato sui drappi, onde si adorna il
Tavolo - Annunziata appena tal visione, tutto il popolo sparso in diversi
punti della campagna accorre, e con impeto vuole penetrare nella chiesa -
Ad evitare confusione e tristi conseguenze si prese il partito di ergere
fuori la chiesa un'altare provvisorio, sul quale venne collocata la Icona
Vetere - Si principiò intento il Sacrifizio della messa, ed allorchè s'intuonò
il cantico <<Gloria in Excelsis Deo>> ecco incontrarsi gli sguardi di
tutti col benedetto ed amoroso volto della Vergine - Le grida universali
echeggiarono per ogni dove, ed infinite lagrime di gioia e di tenerezza
rigarono le guance degli affettuosi divoti". Fonte: http://manganofoggia.it/ *** |