Le origini dell'anglicanesimo Quest'articolata comunione di nuclei cristiani risale al secolo XVI, ma non trae origine, come altre branche della Riforma, dall'iniziativa di teologi e di guide ecclesiastiche. Pur rispondendo alle attese di parecchi fedeli, ricevette l'impulso determinante dai sovrani inglesi. Enrico VIII (1491-1547) infatti ne pose le fondamenta. Edoardo VI (1537-53) ne fissò le caratteristiche istituzioni, Elisabetta I (1533-1603) la restaurò e la consolidò, dopo la reazione "cattolica" di Maria Tudor (1516-58). Al tramonto del medioevo in Inghilterra le istanze di rinnovamento nella vita ecclesiastica, lo sviluppo dell'umanesimo, il misticismo diffuso, all'unisono con le tendenze pauperistiche, la schietta vena di pietà popolare, si coagularono attorno a tentativi di allentare, o sciogliere, molti vincoli istituzionali con l'insieme della cattolicità, soprattutto quelli di dipendenza dalla direzione della sede romana. Ciò, del resto, era in linea con la politica adottata dalla monarchia inglese diretta alla ricerca di spazi coloniali e commerciali extraeuropei e di allentamento di legami con il vecchio continente. Il rifiuto da parte del papa Clemente VII di dichiarare nullo il matrimonio di Enrico VIII non fu che l'occasione per accelerare un processo già da tempo avviato. Il re, in un'assemblea del 1531, si fece proclamare, seppur con la clausola "nei limiti permessi dalla legge di Cristo", capo della Chiesa d'Inghilterra e, colpito dalla scomunica pontificia, nel novembre 1534, fece approvare dal Parlamento l'Atto di supremazia, che riservava al sovrano i diritti sulla Chiesa inglese prima attribuiti al vescovo di Roma. La Chiesa anglicana, ormai di Stato, restò, durante il regno di Enrico VIII, in larga misura cattolica nella dottrina e nelle strutture, (a parte - s'intende - il rifiuto del papato e la secolarizzazione dei conventi imposta dal sovrano). E' vero che dopo lo scisma (*) Enrico VIII cercò, in funzione antiimperiale, l'appoggio dei principi protestanti riuniti nella Lega di Smalcalda. In questo quadro vi fu anche, nel 1535, un incontro tra gli ambasciatori del re inglese e alcuni teologi protestanti (tra cui Melantone) e parve persino che l'Inghilterra avrebbe aderito alla Riforma. Ma non fu così. Enrico VIII, rimasto intimamente cattolico ancorché scismatico, cancellò questa ipotesi con i sei articoli detti "del sangue" del 1539, improntati alla più rigida ortodossia cattolica. |