Dicono di Lui... "Famiglia Cristiana" n° 51 del 18/12/2005 PERSONAGGI: LA
STRAORDINARIA IMPRESA DI UN FRATE CAPPUCCINO «Io ci ho messo le mani, l’"Impresario" è stato Lui».
La montagna su Geo & Geo Tratto dal quotidiano "Il Resto del Carlino", sezione di Ascoli Piceno. 28/03/2003 I Sibillini hanno la loro «protettrice» Anche la montagna avrà la sua protettrice ufficiale. Mercoledì al Santuario dell'Ambro l'arcivescovo Gennaro Franceschetti proclamerà la Madonna patrona dei Sibillini. Alla solenne celebrazione prenderanno parte numerosissimi fedeli provenienti da ogni parte del fermano ma anche da fuori provincia. Il tempio dei frati francescani è il secondo nelle Marche, dopo Loreto, in termini di frequentazione. Un santuario che vive tra le montagne da mille anni. Un luogo di preghiera e di meditazione dove gli inizi furono segnati da un miracolo che toccò ad una pastorella muta. La Madonna è stata sempre vista dalle genti di montagna con il mantello aperto nel gesto di accogliere e di aiutare i residenti. Qualcosa però negli ultimi decenni è cambiato, profondamente. Il ritorno in forze della magia e dell' esoterismo hanno costruito intorno a quei luoghi, specie al monte Sibilla e al lago di Pilato, uno strano interesse che richiama da tutta Europa cultori della negromanzia e delle pratiche occultistiche. Non è insolito poi incontrare per i viottoli i cosiddetti "viaggiatori dell'occulto". Per i cattolici si tratta di una sorta di regresso spirituale. Un fenomeno avvertito anche da alcuni insegnanti laici di Amandola e di Santa Vittoria. In un recente convegno svoltosi a Fermo hanno ripetono una celebre frase tratta da un libro di Italo Calvino: "il territorio sottratto ai teologi lo stiamo consegnando ai negromanti". Il rettore del Santuario
padre Serafino Rafaiani non vuole entrare in questi argomenti. Invita solo
a pregare e invocare la Vergine anche per i monti Azzurri. Gli stessi che
ogni domenica benedice dal sagrato del Santuario che dirige. Per
l'Arcivescovo Franceschetti si tratta di un ritorno. Tempo fa il prelato
bresciano si inerpicò sino all'eremo di San Leonardo per consacrare la
chiesa del monastero ricostruita dopo decenni di lavoro da padre Pietro
Lavini. Un altro presidio cristiano. Prospiciente l'Infernaccio. Ed è
tutto dire.
L'eremo diventa ora una chiesa MONTEFORTINO - Quella di domani sarà una data memorabile per il frate cappuccino Padre Pietro Savini, perché lassù, tra i "suoi" monti salirà s.e. Mons.Gennaro Franceschetti, arcivescovo della Diocesi di Fermo, con lo scopo di consacrare, e quindi di destinare al culto, la chiesa di San Leonardo ricostruita appunto dal frate eremita. La singolare storia di Padre Pietro, che può essere letta in un suo libro dal titolo "Lassù sui monti", è iniziata oltre trent'anni fa, quando il religioso si ficcò in testa l'idea di ricostruire l'antico monastero di S. Leonardo, di cui era rimasta in piedi solo parte dei muri perimetrali peraltro cadenti. Un'impresa che appariva impossibile per un uomo solo, benché animato da tanta fiducia in sé stesso e da infinita fede in un Altro. Ma il frate, autorizzato dal Comune di Montefortino, cominciò pietra su pietra la sua opera spendendovi trent'anni di vita. Ora, capelli e barba candidi (come la neve che fra poco imbiancherà le sovrastanti vette di Sibilla e Priora), ma con lo spirito e l'energia di un giovane, p. Pietro sta per portare a compimento quella che, sul finire degli anni '60, considerò essere la sua missione esistenziale. Andiamo a trovarlo in quel suo regno di bellezze mozzafiato. E' intento al taglio di pietre, immerso in un fitto polverone. Ci accoglie sorridente e con una vigorosa stretta di mano. Gli facciamo notare che respirare tutta quella polvere non è salutare; ci risponde che ne ha mangiata così tanta che ormai è immune, e poi gode di una "protezione speciale". E' felice per l'imminente arrivo del vescovo, ma non può nascondere un cruccio: le autorità competenti gli hanno fino ad ora negato la gioia di dare l'ultimo tocco alla sua opera, e cioè l'edificazione di un modesto campanile. La campana è pronta, le pietre sono già state squadrate, manca solo l'autorizzazione per l'avvio dei lavori. Ci dice: "Ho qualche amico ambientalista che, preoccupato per la mia salute, vuole risparmiarmi questo ultimo sforzo; qualche animalista, invece, è preoccupato che i rintocchi della campana disturbino gli animali". Il religioso gode di larga popolarità (l'anno scorso fu brillante ospite in Tv a "Fatti vostri") ed è benvoluto da tutti, o quasi. Qualcuno gli invidia il grandioso tesoro che avrebbe trovato durante la ricostruzione del monastero. Ce lo fa vedere: è una monetina aurea con l'incoronazione di Carlo Magno imperatore del Sacro Romano Impero. Qualche altro gli rimprovera di aver edificato alterando l'architettura dell'antico Monastero. Ma è opinione diffusa che senza p. Pietro, S. Leonardo oggi, anziché meta di 20.000 visitatori l'anno, sarebbe un luogo dimenticato da tutti, un cumulo di pietre sepolte dai rovi. Alla consacrazione della chiesa sono invitati tutti i soci dell'Associazione "San Leonardo dei Sibillini" e, ovviamente, coloro che volessero essere presenti. Pranzo al sacco. Attilio Bellesi Tratto dal quotidiano "Il Resto del Carlino", sezione di Ascoli Piceno; 16 settembre 2000 Dal sito del Museo Pinacoteca dell’Arte dei Bambini di Smerillo (AP) Dal sito della Regione Marche, pagina del Bollettino Ufficiale (N°87 del 31/08/2000): Regione Marche - Servizio
Decentrato OO.PP. e Difesa del Suolo - Ascoli Piceno. Ascoli Piceno, lì 16/08/2000 IL RESPONSABILE DEL
PROCEDIMENTO Da un amico di Padre Pietro.... www.sanleonardodeisibillini.it *** |