Gli USA stanno progettando un'onda anomala
di proliferazione nucleare
Il piano dell'amministrazione Bush
per smantellare il Trattato di Non Proliferazione. Un rapporto dell'Onu
ci ha già messo in guardia: quando si decideranno i mezzi di
informazione a darne notizia?
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Un altro tsunami sta per
arrivare: un'onda anomala di proliferazione nucleare. Questa volta sarà
provocata dall'uomo, per cui potrà essere prevenuta, se un numero
sufficiente di persone ne sarà a conoscenza. Ne avremmo i mezzi, abbiamo
un sistema di preallarme: i mezzi di informazione. Quando si tratta di
proliferazione nucleare, però, il nostro sistema di allarme si rivela
essere fuori uso. Siamo indifesi, almeno quanto le vittime che lo tsunami
ha provocato la settimana scorsa.
Oh, noi in realtà spendiamo i ricavati delle entrate fiscali per mettere
in guardia il mondo dal pericolo nucleare. Il 27 dicembre u.s. il
programma "Voice of America" ha trasmesso la notizia di un rapporto dell'
ONU sulla proliferazione nucleare, secondo il quale la comunità
internazionale "si starebbe avvicinando ad un punto di logoramento del
sistema di non-proliferazione, logoramento che potrebbe diventare
irreversibile e risultare in una ripresa a valanga della proliferazione."
Almeno 40 nazioni hanno la tecnologia necessaria per costruire armi
nucleari in tempi abbastanza brevi.
La Voice of America, però, di quelle nazioni ne nomina solo due: l'Iran e
la Corea del Nord. E le altre 38? Che ne è di loro? Evidentemente nell'era
del presidente "Ci penso io", a noi non deve importare. In coda alla
trasmissione, VOA aggiunge questa considerazione: "Della questione
nucleare si discuterà l'anno prossimo a New York, in occasione della
revisione del "Trattato di non proliferazione", elemento fondante
dell'impegno anti-nucleare. Secondo i termini del trattato, gli stati
non-nuclearizzati hanno il divieto di acquistare armi nucleari, mentre le
cinque nazioni dichiaratamente in possesso di armi nucleari (gli Stati
Uniti, la Francia, la Gran Bretagna, la Cina e la Russia) si impegnano a
smantellare i propri armamenti. L'incontro, che si svolgerà nel mese di
maggio, per la durata complessiva di quattro settimane, avrà anche lo
scopo di far discutere i 187 paesi firmatari, della possibilità di un'
eventuale revisione e rafforzamento del trattato per far fronte alle sfide
che il nucleare ci proporrà negli anni a venire."
Nè la VOA, nè nessun altro mezzo di informazione statunitense aveva però
mai dato nessuna notizia riguardo quell' incontro del prossimo maggio, per
quanto importante: l'amministrazione Bush andrà a New York non per
rafforzare il Trattato di Non Proliferazione, ma per stracciarlo.
Volete sapere perchè? Potreste studiare il comportamento di qualsiasi
fonte di notizie negli USA e non trovereste una risposta. Dovete andare in
Giappone, dove la Kyodo News Agency qualche giorno fa ha comunicato:
"secondo alcune fonti del governo e del congresso USA, gli Stati Uniti
avrebbero in progetto di proporre che la convocazione di una conferenza
internazionale nel 2005, per la revisione del Trattato di Non
Proliferazione dovrebbe far rientrare nel proprio programma l'
annullamento di un documento adottato in occasione di un incontro avvenuto
nel 2000, durante il quale le cinque potenze nucleari si erano impegnate
inequivocabilmente per la costruzione di un mondo libero dal nucleare."
In altre parole, gli USA vogliono distruggere il fondamento e la sostanza
del Trattato, l'accordo secondo il quale se voi, nazioni non nucleari vi
impegnate a rimanere tali, noi, nazioni nucleari, ci impegneremo a
sbarazzarci gradualmente, ma costantemente, dei nostri armamenti. Se il
trattato fosse permanente, dovremmo tenrcelo così com'è. E' per questo che
gli USA, durante l'amministrazione Clinton, hanno insistito per la
revisione del Trattato ogni cinque anni. Adesso Bush e la sua ghenga
stanno programmando non solo di proporre delle modifiche, ma di svuotarlo
di ogni significato. Vogliono mandare un messaggio a tutti gli stati non
nucleari: "Tutti voi dovete rimanere non nuclearizzati, ma noi possiamo
avere tutte le armi nucleari che vogliamo. Progetteremo nuove armi
nucleari, ma ci terremo anche le vecchie e, se non vi piace, date un po'
un' occhiata all'Iraq, voi potreste essere i prossimi".
Secondo il comunicato della Kyodo News Agency, tutto questo rientrerebbe
perfettamente nella logica di Bush: "Un funzionario del governo USA ha
definito l'accordo finale adottato nel 2000 in occasione della conferenza
per la revisione del Trattato 'un documento di carattere esclusivamente
storico' ed ha sottolineato la necessità di adottare un nuovo documento
che rifletta i cambiamenti drastici delle condizioni di sicurezza
internazionali, compreso l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001".
Il Trattato di Non Proliferazione è un accordo internazionale firmato dal
presidente e ratificato dal senato. La maggior parte di noi pensava che
questo fosse abbastanza per farne una legge. Che sciocchi. Non è "una
direttiva vincolante, niente del genere" ha spiegato l'anonimo
funzionario. L'idea che gli USA vadano nella direzione di un disarmo
nucleare è ormai "sorpassata", non vale più. "Una fonte del congresso ha
anche dichiarato che un articolo del Trattato, con il quale si stabilisce
che le potenze nucleari si assumano seriamente l'impegno per il disarmo,
fu studiato apposta per arginare l'eventuale corsa agli armamenti di USA e
Unione Sovietica durante la Guerra fredda", continua l'articolo
giapponese.
Adesso che nessun altro paese ha una potenza nucleare anche lontanamente
paragonabile alla nostra, perchè dovremmo accettare che tutte queste
piccole nazioni ci vengano a dire quali armi nucleari possiamo o non
possiamo avere? Mentre George W. stava progettando l'invasione
dell'Afghanistan, si dice che avesse dichiarato: "Potremmo arrivare al
punto di rimanere i soli (della coalizione). Per me va bene. Noi siamo
l'America." Senza ombra di dubbio il suo atteggiamento nei confronti del
nucleare è lo stesso.
La linea dell' attuale amministrazione autorizza un attacco nucleare
preventivo contro le nazioni che ritenga essere prossime all'acquisto di
armi nucleari. Nessun bisogno di prove. Il sospetto è sufficiente. E se il
resto del mondo ne rimane inorridito, che vadano a quel paese. Siamo
l'America.
Tutto questo rientra nello schema di irresponsabilità nucleare, che
Lawrence Korby ha di recente descritto sul Boston Globe. Negli ultimi 4
anni, gli USA si sono ritirati dal Trattato sui missili antibalistici,
hanno impedito al Senato di ratificare il trattato sui test nucleari,
hanno rifiutato di impegnarsi a mettere una fine a futuri test ed hanno
cominciato a lavorare su due nuove armi nucleari. Gli USA adesso spendono
quasi 7 bilioni di dollari l'anno per la ricerca e l'aggiornamento delle
dotazioni nucleari, mentre la curva della spesa continua ad innalzarsi.
Se l'amministrazione richiede però che venga apportato un tale e radicale
cambiamento al Trattato, questo porterà l'irresponsabilità nucleare ad un
livello ancora più alto, perchè distruggerà in pratica il Trattato. Se gli
USA non aderirranno formalmente all'idea di un mondo senza il nucleare,
perchè l' Iran, la Corea del Nord o qualsiasi altro paese dovrebbero
rinunciare alle loro armi? Se gli USA stanno ampliando il proprio
programma nucleare, perchè non dovrebbero farlo anche gli altri? L'unica
ragione che possono sostenere Bush e i suoi accoliti è quella del timore
di un possibile attacco agli USA. Questo toglierebbe anche l'ultima foglia
di fico di giustificazione morale ai tentativi USA di non proliferazione.
Il mondo verrà trasformato nel quartiere dove gli USA faranno i bulli,
pronti a mettere sotto chiunque, semplicemente usando l'intimidazione del
nucleare.
I nostri mezzi di informazione continuano a raccontarci che ci dovremmo
preoccupare solo dell'Iran e della Corea del Nord. Qualunque paese, però,
potrebbe essere aggiunto alla lista dell' "asse del mal". Secondo la
stampa inglese anche l'Egitto avrebbe compiuto delle ricerche nel campo
delle armi nucleari. Fintanto che gli Egiziani fanno i "buoni", non ne
sentiremo parlare dai media statunitensi. Se agli Egiziani capitasse di
sgarrare, però, finirebbero senz'altro anche loro nella lista dell'
"asse".
Il messaggio che arriva dall'amministrazione Bush e dai media USA è
chiaro. Non ha niente a che vedere con il pericolo delle armi di
distruzione di massa. Ha a che fare con l'idea di usare la paura di quel
pericolo, insieme al nostro sempre più vasto arsenale nucleare, come
strumento per dettare legge nel quartiere.
L' Iran e la Corea del Nord stanno già dimostrando in maniera piuttosto
evidente che l'approccio da bullo di strada non funzionerà. Tutte le
nazioni dovranno assumere lo stesso impegno per un mondo libero dal
nucleare, o finiremo per diventare quello che il rapporto delle Nazioni
Unite ha previsto che diventeremo: "ci staremmo avvicinando ad un punto di
logoramento del sistema di non-proliferazione, logoramento che potrebbe
diventare irreversibile e risultare in una ripresa a valanga della
proliferazione". Quale strada è più sicura per l'America? Non c' è bisogno
di essere dei cervelloni per capirlo. Sfortunatamente, abbiamo davanti
altri quattro anni di un' amministrazione-spauracchio senza cervello, né
grande né piccolo.
Il 1° maggio prossimo, il primo giorno dell'incontro di New York, ci
saranno dimostrazioni di massa per mettere il mondo in guardia dalla
futura onda anomala nucleare. Sarà il giorno in cui dovremo dire "No" all'
insensato approccio da bullo al problema del nucleare, che Bush va
proponendo, e "Si" ad un mondo senza armi nucleari. Non è troppo presto
per cominciare a suonare l'allarme. Quelli, tra di noi, che hanno a cuore
la sicurezza dell' America e del mondo intero non possono aspettare che lo
facciano i mezzi di informazione tradizionali.
E' ora che ce ne occupiamo
noi.
Ira
Chernus
Fonte: www.commondreams.org
9 gennaio 2005
Note:
Ira Chernus è docente di Studi religiosi presso l'Università del Colorado,
a Boulder e autore di "American nonviolence. The history of an idea"
(Nonviolenza americana. La storia di un' idea). Può essere contattato al
seguente indirizzo email: chernus@colorado.edu .
articolo originale: http://www.commondreams.org/views05/0105-24.htm
(Traduzione di Patrizia Messinese
per Peacelink)
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