Mariuccia Sopegno:

la "santa di Volvera" (TO)

 

QUATTRO MILIONI DI PERSONE

SI RIVOLSERO A LEI PER GUARIRE PARENTI MALATI.

A 7 ANNI RACCONTO’ DI UN INCONTRO CON LA MADONNA

22/06/2006

Un museo per la santa di Volvera

Da domenica in mostra cimeli, ex voto, lettere e documenti nella sua casa natale

Tredici anni fa moriva la «santa di Volvera», Mariuccia Sopegno. Ma la devozione non si è spenta, anzi continua ad essere intensa: anche ieri un pullman ha scaricato una trentina di «fedelissimi» milanesi, venuti a Volvera per posare un fiore sulla sua tomba. Nei week-end il numero dei mezzi cresce, sino ad una decina ogni domenica.

Intanto, l’associazione che ricorda l’attività della santa, ha avviato il complesso iter per la beatificazione di una donna schiva, ma con una fama di guaritrice capace di attraversare il mondo e di condurre a Volvera, nei 60 anni in cui la donna ha ricevuto i malati, almeno 4 milioni di persone disperate. Alcuni guarirono, ma tutti trovarono comunque sollievo e serenità nelle parole della donna.

Domenica sarà una giornata particolare. Alle ore 11 i tradizionali luoghi della santa (in via XXIV maggio 39 a Volvera) saranno riaperti ai fedeli: la stalla dove ricevette la prima apparizione della Madonna, la piccola stanza dove accoglieva i malati, la modesta camera da letto al primo piano della cascina. Visibili anche migliaia di ex voto, di lettere, di libri, di indumenti e di articoli di giornale.

Il materiale è stato raccolto ed ordinato, in anni di lavoro, da Pino Carossia, un ex imprenditore nel settore della meccanica (subì anche un grave attentato da parte delle Br), diventato giornalista negli anni della pensione. Autore di due libri sulla vita di Maria Sopegno, profondo conoscitore della vita della «santa», tratteggia un quadro molto razionale:

«Non sappiamo oggi cosa sia successo davvero. Mariuccia riferì di avere incontrato la Madonna che la svegliò mentre dormiva nella stalla esortandola a guarire chi soffriva. Avere poi verificato, anche in modo scientifico, tante guarigioni lascia stupiti, attoniti. Non abbiamo una risposta certa per spiegare quanto accadeva, sappiamo soltanto che un numero grandissimo di persone è tornato più sereno alle sue case, al suo lavoro, ai suoi affetti».

Fra i fedelissimi di Mariuccia anche uomini del mondo della politica, dell’imprenditoria, dello spettacolo e della fede. Fra quelli che non ebbero timore di farsi vedere con lei (tanti altri scelsero di visitare la donna prima dell’alba, per sfuggire alla pubblicità) c’è stato Vittorio Valletta. Centinaia i sacerdoti, i vescovi e persino i cardinali che hanno avuto, direttamente o attraverso loro parenti, contatti con la donna.

Maria Sopegno venne anche arrestata, nel ‘53, perché accusata di turbativa pubblica (non ottemperò alla richiesta del Prefetto di Torino che le aveva chiesto di interrompere gli incontri con i fedeli considerata l’impossibilità di gestire l’ordine pubblico in quel piccolo paese) ma fu scarcerata tre giorni dopo. Il maggiore dei carabinieri che eseguì quel provvedimento ne diventò subito dopo un fedele seguace.

La devozione verso questa donna resta oggi profonda. Ora ci si potrà raccogliere in preghiera in locali arricchiti delle suppellettili, degli oggetti, degli articoli e dei libri che parlano di lei. Dall’orologio che si fermò al momento della sua morte, al vangelo che leggeva da bambina mentre pascolava le mucche.

A Volvera arriva, ogni giorno, gente che posa un fiore per «grazie ricevute». Persone che in silenzio mostrano gratitudine alla memoria di Mariuccia per aver superato difficili interventi chirurgici, per essere sfuggiti ad incidenti o, come i compagni di rapimento di Fabrizio Quattrocchi, per essere scampati alla morte in Iraq.

di Angelo Conti - Fonte: La Stampa

Leggi l'articolo:

Mariuccia la Santa di Volvera

di Giuseppe Carossia


Si ringrazia

 l'Associazione "Insieme per Crescere" di Volvera (TO)

che mi ha gentilmente inviato l'articolo.

INDIETRO