LE APPARIZIONI DI MARIENFRIED

"Il Santuario di Marienfried significa per me una sintesi della devozione mariana del nostro tempo. Esso appartiene ai più importanti santuari mariani della Chiesa cattolica dove la Madre di Dio è venerata in forme così molteplici". - Mons. Venanclo Pereira Vescovo di Fatima

"Chi studia attentamente il messaggio di Marienfried, scopre l'interpretazione dell'Apocalisse, c. 12, dove il "gran Dragone rosso" perseguita la donna vestita di sole, cercando di annientare Lei e suo Figlio". - Mons. Rudolf Graber, Vescovo di Ratlsbona il 25 luglio 1976

Permesso ecclesiastico di stampa accordato il 16 novem­bre 1970 per l'edizione tedesca: "Die Erscheinung in Marienfried".

PREFAZIONE

Da diversi anni il mondo cattolico - ed in particolare la Diocesi di Augsburg - si sta occupando dei fatti di Marienfried, nella parrocchia di Pfaffenhofen. Vi affluiscono pellegrini venuti da vicino e da lontano, perfino dall'estero, e vengono non solo per pregare, ma pure per fare delle indagini sulle origini, il significato religioso e l'efficacia spirituale di questo luogo di preghiera. E si ritorna continuamente alla carica per richiedere un rapporto completo sulle origini di Marienfried, sulla posizione della Chiesa nei confronti di questo messaggio e sul suo valore spirituale. Questo opuscolo si propone di rispondere a queste domande.

Non essendo io un teologo, mi rendo perfettamente conto delle difficoltà di questo tentativo. Ma, dal momento che i teologi competenti non hanno scritto nulla a questo proposito, quantunque sarebbe stato necessario, io ho cercato di colmare questa lacuna, servendomi semplicemente dei fatti accaduti, seguiti da una mia modesta interpretazione teologica. Quantunque questi avvenimenti siano ritenuti solo "naturali" dal Vescovo competente di Augsburg, in seguito al rapporto di un teologo che ha fatto l'inchiesta su Marienfried, il numero dei pellegrini che credono all'autenticità di queste apparizioni aumenta continuamente. Anch'io appartengo a questo numero, e prego il lettore, che voglia fare delle critiche, di pazientare e di tener conto del testo che segue. Se nei capitoli seguenti le apparizioni sono ritenute come vere, ciò non impegna che me stesso. Come autore io parlo in virtù della mia esperienza personale, come qualcuno che ne è profondamente convinto, in seguito alle grazie ricevute da Maria. Però rispetto ogni opinione ed ogni presa di posizione critica senza avermene a male se qualcuno, per ragioni personali, non si sente di credere all'autenticità dei fatti.

Si può presupporre che il tempo porti molte persone a Marienfried, persuadendole sulla autenticità del Messaggio, su cui la Chiesa non ha ancora preso posizione alcuna. Ma la parola della S.Scrittura sarà determinante: "L'albero buono porta frutti buoni, e quello cattivo frutti cattivi. Voi lo riconoscerete dai suoi frutti". Marienfried ha già dato i suoi frutti: la prova è data dai pellegrini che, sempre in numero crescente, vengono a Marienfried da vicino e da lontano. Io sono venuto a Marienfried quattro anni fa. E non ci sono venuto per ammirare il luogo idillico dove sorse la cappella, ma per sentire il mistero che questa cappella svela ad ogni cuore, aperto ai messaggi della Madonna. Io stesso ho potuto esperimentare in larga misura la potenza di Maria, Mediatrice di tutte le Grazie. Mi sta quindi particolarmente a cuore aprire anche ad altre anime il cammino verso Marienfried con questo modesto lavoro.

25 aprile 1970 Josef Kúnzli

ANTEFATTO DI MARIENFRIED

Il Rosario dell'Immacolata

Era il 13 maggio 1940, il lunedì di Pentecoste. Barbara Ruess di Pfaffenhofen fece una passeggiata nel bosco. Allora aveva 16 anni, faceva e volentieri belle camminate. Andava spesso nel bosco di suo padre, vicino a Marienfried. Anche il giorno prima, la domenica di Pentecoste, aveva fatto la stessa strada, recitando il Rosario, ma aveva perso senza accorgersi la corona. Rifaceva quindi il lunedì la stessa strada sperando di ritrovarla. Mentre si stava incamminando, domandandosi che Misteri del Rosario doveva recitare, i gloriosi o i gaudiosi, una signora la raggiunse, dicendo dopo un breve saluto: "Tu stai pensando che corona devi recitare. Io ti voglio insegnare un altro Rosario, e così pregheremo insieme". Barbara le chiese: "Scusi, come mai conosce il mio pensiero? Chi è Lei?" - La signora rispose: "Non è importante saperlo; se tu reciterai con diligenza questo Rosario, imparerai a conoscermi meglio". E le insegnò il Rosario dell'Immacolata.

In questo Rosario, dopo i soliti misteri, vengono recitate le invocazioni seguenti:

Per la tua Immacolata Concezione, salvaci!

Per la tua Immacolata Concezione, proteggici!

Per la tua Immacolata Concezione, guidaci!

Per la tua Immacolata Concezione, santificaci!

Per la tua Immacolata Concezione, governaci!

La signora volle recitare il Rosario con Barbara per la "Patria", poiché si era nel periodo della seconda guerra mondiale, quando Hitler riportava vittoria su vittoria e aveva sottomesso territori su territori. Così recitò con lei il Rosario dell'Immacolata per la Patria:

"Ave Maria... Per la tua Immacolata Concezione, salva la nostra Patria!".

Recitate le dieci Ave Maria, seguì il secondo mistero con l'invocazione: "Per la tua Immacolata Concezione, proteggi la nostra Patria!". Poi il terzo con l'invocazione: "Per la tua Immacolata Concezione, guida la nostra Patria!". Poi il quarto e il quinto con le invocazioni: "santifica" e "governa". La signora disse anche che secondo il bisogno si poteva scegliere l'intenzione sia per una singola persona che per una comunità. (Quindi, per esempio, aggiungere il nome se si recita il Rosario privatamente per una persona o per una specifica comunità. - In genere si può dire "noi" (es. salvaci); se è una comunità a recitarlo, ognuno può mettere la propria intenzione). Ma una cosa era strana: la donna non recitava che una parte dei Rosario, il "Padre Nostro" e il "Gloria Patri".

Appena ebbero finito di recitare il Rosario, la signora si allontanò, seguendo una strada laterale in un'altra direzione. Il viso di questa signora, vestita semplicemente, fece un'impressione indimenticabile su Barbara. Questo viso irradiava una forza straordinaria di spiritualità, di purezza e di bontà tali che Barbara sentì il desiderio di poterla conoscere meglio, e di incontrarla ancora. Da allora Barbara recitò spesso il Rosario dell'Immacolata, tenendo però per sé quanto le era successo, e non raccontando nulla a nessuno. Solo cinque anni dopo raccontò ciò che le era accaduto alla sua amica Anna Humpf.

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